Si intuisce già dal titolo scelto per la mostra allestita all’Exmà centro comunale d’arte e cultura dal 3 febbraio al 20 marzo 2011 a Cagliari, il desiderio di avviare una riflessione sugli ultimi trent’anni di arte nell’isola.
Il progetto ideato da Lorena Carboni (poetessa e autrice radiofonica, organizzatrice del festival Traghetti di Poesia a Cagliari) su invito e sostegno del Presidente della Provincia di Cagliari Graziano Milia e con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale che ha concesso la disponibilità della struttura espositiva, però non vuol essere un’esplorazione a 360 gradi sul fermento artistico in Sardegna, quanto invece, una sorta di viaggio attraverso le opere di 35 artisti che dall’Isola si sono mossi, fisicamente o solo idealmente, per andare incontro al mondo e alla società in rapida evoluzione.
Un itinerario quello individuato dalla curatrice della mostra Sonia Borsato (direttore di Su Palatu-spazio culturale per la fotografia di Villanova Monteleone) da cui emergono i ritratti di quelle generazioni di artisti che, sono riuscite allo stesso tempo ad essere locali e globali confrontandosi con un mondo reso sempre più piccolo dalla nascita dei nuovi media. Il punto cruciale, lo snodo di questo percorso va ovviamente ricercato nella fine degli anni ‘70 con il grande fermento prodotto dalle contestazioni studentesche, gli anni di piombo, il punk, il fenomeno degli indiani metropolitani e tutti gli altri sommovimenti giovanili che a differenza di quanto era stato il ‘68 per la generazione precedente, prepareranno il terreno, a livello nazionale ed europeo a quell’evoluzione successiva propria degli anni ‘80. A partire dagli anni Ottanta si inizia ad assistere alla massificazione dei contenuti culturali, ai cambiamenti sociali, al crollo di tabù. Alcune regole fisse e sogni convenzionati alla presentabilità sociale lasciano un segno sul territorio nazionale e ancor più, su quello regionale. In Sardegna ci si ritrova a riflettere per la prima volta in maniera estesa, sulla propria identità di perimetro chiuso fuori dall’idea dell’emigrazione, in un faccia a faccia paritario che prevede la nascita di vasi comunicatori. Fondamentale a questo proposito è l’esperienza di internet che rende l’Isola protagonista a vari livelli.
Le 35 opere a parete, una per artista, esposte al centro culturale Exmà di via San Lucifero, idealmente delineano nella lettura proposta dalla curatrice, uno tra i tanti itinerari possibili. Nella scelta delle opere di questo allestimento si evidenziano gli stati d’animo nei vari decenni: un po’ caotico e molto eterogeneo la parte degli anni ‘80, più pacato, quasi “glamour” quello degli anni ’90, concentrato e votato alla ricerca quello del 2000. Questo itinerario artistico perseguendo la linea dell’ibridazione, ha cercato di concentrare l’attenzione su quei percorsi rimasti aperti ad altre forme di linguaggio, il fumetto, il cinema e soprattutto la fotografia. Infatti accanto alle opere del primo decennio più legate alla pittura nel senso più puro del termine (olio su tela, ad esempio), ci sono anche polaroid attaccate su un dipinto a olio. Oppure scatti fotografici stampati in grande formato e utilizzati poi come base per successivi interventi pittorici. Sotto questa luce e riflettendo sempre più sull’identità, appare evidente come le opere subiscano sempre più l’influenza del mezzo fotografico. Questo è, corteggiato, usato e sfruttato nei lavori dagli artisti presenti, infatti, il numero degli interventi fotografici, dal anni ’90, aumentano sempre più man mano che ci si avvicina al 2010. Ripercorrendo macrotappe di pensiero veicolate da linguaggi che mescolano appunto pittura “classica”, fumetti, cinema e fotografia, si giunge fino ai giorni nostri, momento artisticamente e umanamente delicato in cui l’uomo è indagato in tutta la sua solitudine e fragilità
L’ipotetico viaggio alla scoperta di quanto si è prodotto in questi tre decenni, ovviamente è il risultato non solo di una selezione molto stretta, ma anche della volontà di prediligere un percorso ibrido, come sottolineato nel sottotitolo, accompagnato o meglio scandito da commenti sonori (a cura di Davide Cavalieri programmatore musicale di Radio MonteCarlo) a base di brani musicali selezionati appositamente per circoscrivere e illustrare con maggiore enfasi i periodi in questione.
Una suddivisione che affonda le radici in modo particolare, su alcuni avvenimenti di carattere internazionale che di volta in volta hanno segnato punti di svolta per gli anni a seguire.
Il punto di partenza di questo primo percorso prende le mosse da una data simbolica per l’Arte Sarda, il 1986, l’anno della Biennale della Giovane Arte di Sassari. Da quell’evento, unico ed isolato momento di confronto sull’arte contemporanea in Sardegna, gli anni ’80 del percorso cagliaritano è documentato con le opere di nove artisti: Danilo Sini, Antonio Mallus, Pino Squintu, Pinuccia Marras, Leonardo Boscani, Aldo Tilocca, Erik Chevalier, Gianfranco Pintus e quell’artista circondata da un alone di mistero per il suo ripetuto rifiuto ad apparire in pubblico, a presenziare alle inaugurazioni e di cui si ignora l’esatta data di nascita, Greta Frau.
Proseguendo sulle tracce di un sottile filo artistico che unisce da un lato, l’appartenenza ad un luogo, dall’altro l’interconnessione con il mondo, perchè è proprio in questi termini che si gioca l’ipotesi di una identità fuori dal folklore e dai luoghi comuni, Generazioni Glocal si avventura con Marco Moretti presente appunto con l’opera vincitrice nella sezione pittura alla Biennale sassarese, Enrico Corte, Pastorello, Andrea Nurcis Giorgio Urgeghe, Gavino Ganau, Pietrolio, Josephine Sassu e Fabiola Ledda, alla scoperta della decade del ’90.
L’ultimo segmento di questo itinerario all’Exmà, è riservato invece alle opere Gianni Ruggiu, Le industrie invisibili (compagnia di produzioni artistiche” fondata nel 2001 da Stefano Cossu), Y Liver (duo artistico creato nel 1999 da David Liver e Rugiada Cadoni), Gianfranco Setzu, Cristian Chironi, Giulia Casula, Giuliano Sale, Paolo Carta, Silvia Argiolas, Silvia Idili, Stefano Serusi, Carlo Spiga, Narcisa Monni, Cristina Meloni, Vittoria Soddu, Marco Lampis e Pietro Mele. L’apparente sbilanciamento con i 17 rappresentanti del nuovo che avanza tra gli artisti sardi, vuol essere per Generazioni Glocal anche un momento per soffermarsi a riflettere su due interrogativi: uno rilevare se le “vecchie generazioni”, hanno lasciato un’eredità, se questo nuovo modo di aprirsi al mondo, essendo locali e globali allo stesso tempo, ha segnato un percorso con vie ancora percorribili.
Il prezzo d’ingresso all’esposizione, aperta dalle ore 18 di giovedì 3 febbraio, è di 3 euro, ridotto 2 euro, ridotto scuole 1 euro.
La mostra a cura di Sonia Borsato verrà storicizzata da un catalogo edito dalla Soter editrice che sarà presentato prossimamente.
L’iniziativa è stata realizzata con la collaborazione di Camù, Sa Domo e la Soter Editrice.
Info:
Exmà centro comunale da’arte e cultura
Cagliari,via San Lucifero,71
Tel/fax +39 070 666399
e mail: [email protected]
Aperto dal martedì alla domenica
dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 20
Lunedì chiuso
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