L’artista Giovanna Lacedra ha presentato il suo lavoro Io Sottraggo alla galleria Statuto13, in zona Moscova, performance a cura dell’artista e di Massimiliano Bisazza. Al centro dell’attenzione in questo progetto sono i disturbi del comportamento alimentare, vissuti sulla pelle.
di Vittorio Schieroni
È una performance forte, che rimane ben impressa, quella che Giovanna Lacedra ha portato ieri sera alla galleria Statuto13 di Milano, la nona tappa in Italia di un percorso in continuo aggiornamento, un lavoro nel quale l’artista va in scena con il proprio corpo, senza filtri né intermediari. Una sorta di tour artistico che ha toccato città come Pescara, Napoli, Cesena e Lecce. Per quanto mi riguarda, avevo già avuto modo di assistere alla performance nel corso della terza edizione della fiera internazionale d’arte contemporanea Step09 New Art Fair di Milano (novembre 2011, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci) e devo ammettere di esserne rimasto colpito ancora una volta, alla seconda visione proprio come alla prima.
Io Sottraggo. La triangolazione cibo-corpo-peso è la storia di una persona, ma contiene in sé la difficile situazione di tante donne e tanti uomini, giovani e meno giovani, con serie difficoltà relative all’alimentazione, piaghe che nella contemporaneità parlano di incomprensione, solitudine, desiderio d’amore e rifiuto di se stessi, di un rapporto conflittuale con il proprio corpo, per sottolineare solo alcuni aspetti che possono caratterizzare queste complesse patologie che feriscono contemporaneamente psiche e corpo.
Il lavoro di Lacedra mescola recitazione, musica, video, scritti e fotografie per immergere lo spettatore in una realtà particolare. Le immagini del corpo denutrito dell’artista, le pagine del suo diario, il testo declamato-sussurrato-gridato-ripetuto a oltranza, a cavallo tra poesia e monologo, gli oggetti presenti in scena: tutto ha valore di testimonianza e assume talvolta un contenuto simbolico. Durante l’azione l’artista urla, beve, mangia e poi sputa il cibo; interagisce con il pubblico, rivolgendosi direttamente ad alcuni spettatori, invitando a toccare il suo corpo, offrendo da mangiare o dei biglietti con delle riflessioni.
Io Sottraggo si svolge all’interno di un perimetro triangolare fatto di vasetti di yogurt, mentre sulla scena compaiono pochi elementi: una forma pane, una bottiglia d’acqua, una bilancia, uno specchio, un cucchiaino. La performer è quasi completamente svestita davanti al pubblico, indossando solo abbigliamento intimo scuro e scarpe con i tacchi alti. La situazione è destabilizzante e tale da mettere a nudo anche l’interiorità dell’artista. “Le mie ossa sono il mio trofeo. Se non posso mangiare il tuo amore, non voglio mangiare più niente. Mi rendo inesistente: forgio questo corpo ad immagine e somiglianza di te, ad immagine e somiglianza di qualcosa che non c’è”: parole che racchiudono in sintesi il senso di questo lavoro artistico e umano.
L’azione performativa, modalità espressiva articolata e a forte impatto emozionale, sembra rivelarsi lo strumento più adatto per comunicare esperienze, condizioni umane, emozioni come quelle raccontate da Lacedra. Con Io Sottraggo. La triangolazione cibo-corpo-peso, a cura di Massimiliano Bisazza e Giovanna Lacedra, l’osservatore si trova a stretto contatto con una realtà che a molti potrebbe altrimenti sembrare distante e di difficile comprensione: si rivela un invito a capire e a riflettere.
Performance Io Sottraggo. La triangolazione cibo-corpo-peso di Giovanna Lacedra
A cura di Massimiliano Bisazza e Giovanna Lacedra
Statuto13, Via Statuto 13, 20121 Milano
Evento svoltosi martedì 22 gennaio 2013, ore 19
Giovanna Lacedra: www.iosottraggo.it, [email protected]
Statuto13: www.statuto13.it, [email protected]
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