Neverland, il nuovo progetto espositivo dello spazio d’arte Amy-d di Milano, pone al centro dell’attenzione il ruolo dell’arte nel comprendere, affrontare e quando possibile superare il disagio psichico, specialmente con riferimento a bambini e adolescenti. La mostra, basata sulla tesi di laurea di Filomena Longo, comprende una selezione di opere di ragazze e ragazzi che hanno partecipato a un laboratorio di arteterapia insieme ad alcune installazioni ideate da Anna d’Ambrosio, curatrice e titolare della galleria.
di Vittorio Schieroni
Amy-d Arte Spazio, galleria d’arte contemporanea milanese situata nel centralissimo quartiere Moscova, ha scelto di chiudere un anno fitto di eventi espositivi con una mostra dalla forte impronta sociale. Il disagio della mente, che può manifestarsi in diverse forme e avere molteplici cause, riesce talvolta a essere alleviato tramite la pratica artistica, strumento non verbale basato su immagini e simboli che è capace di far emergere, in certi casi molto più delle parole e della scrittura, inquietudini e paure, tensioni e questioni irrisolte che rimangono sotto la superficie. Neverland, che prende il nome dall’immaginaria “Isola che non c’è” di Peter Pan, è un progetto coraggioso a cura di Anna d’Ambrosio che tocca in maniera delicata un argomento raramente preso in considerazione da istituzioni e realtà riconducibili al sistema dell’arte, tantomeno da gallerie private: l’arteterapia.
L’esposizione, inaugurata giovedì 12 dicembre e visitabile fino al 20 dello stesso mese, si sviluppa dalla tesi di laurea di Filomena Longo e da un laboratorio di arteterapia per adolescenti con disagi e situazioni problematiche. In mostra una selezione di opere realizzate da ragazze e ragazzi che nel corso del laboratorio si sono cimentati con l’arte, artisti di cui si conosce il nome di battesimo – Emanuele, Lucrezia, Erika, Jacopo ed Elena – ma di cui, per motivi di privacy, non è stata svelata l’identità. Accanto alle opere dei giovani creativi, il video Epidermide di Filomena Longo e alcuni particolari interventi curatoriali realizzati da Anna d’Ambrosio, vere e proprie installazioni in grado di rafforzare la presenza dei lavori esposti sviluppando tematiche, sottolineando concetti e sollevando interrogativi.
L’impostazione di Neverland, decisamente sperimentale, anche per la volontà di trasformare una tesi di laurea in una vera e propria mostra, è stata illustrata nel corso dell’inaugurazione dalla d’Ambrosio in un momento di presentazione al quale hanno partecipato anche Filomena Longo, la sua Relatrice Prof.ssa Tiziana Tacconi dell’Accademia di Belle Arti di Brera e il Dott. Aldo Strisciullo, Presidente del Centro Ricerche Psicopedagogiche e Psicosociali di Milano. Numerosi gli aspetti presi in esame da parte dei diversi relatori: dai contrasti che spesso emergono dal rapporto genitori-figli fino alle incomprensioni tra educatori e studenti, dall’impulso all’autorealizzazione spesso frustrato degli adolescenti alle recenti trasformazioni dei modelli e dei comportamenti sociali, fino al ruolo e alle potenzialità dell’arte nella cura dei pazienti. L’interessante intervento di una delle ragazze che hanno frequentato il laboratorio di arteterapia ha, infine, portato una testimonianza diretta della sua esperienza e di quella di molti altri giovani che hanno avuto beneficio dalla pratica artistica.
Neverland riesce a far intuire quanto l’adolescente possa trovare nell’arte uno strumento utile e nuovo per raccontare la propria interiorità e rendere esplicito il proprio disagio, che può manifestarsi in forme quali aggressività, immobilità, anoressia, omologazione, assenza d’identità e mancanza di appartenenza. Dalle parole della curatrice, nel corso della presentazione, è emerso come la presente esposizione sia stata pensata più come un progetto espositivo sperimentale che come una mostra di stampo tradizionale, un vero e proprio “atto dovuto nei confronti delle nuove leve artistiche”, attribuendo all’arte contemporanea un ruolo attivo nel processo di trasformazione della società in cui viviamo.
Lo spazio Amy-d, che nel 2013 ha organizzato numerose esposizioni, dalle personali di Mattia Novello, Franco Donaggio, Nicola Felice Torcoli e Valentina De’ Mathà, fino alle collettive THE GAME. Business and manipulation e Reflections, porta avanti dal 2009 la piattaforma progettuale economART per sondare le molteplici interrelazioni, virtuose o meno, tra l’arte e l’economia. Per il futuro, oltre a una personale dell’artista polacca Maria Wasilewska, che Anna d’Ambrosio ha selezionato tra gli artisti partecipanti al Premio Arte Laguna, Amy-d si farà promotore di un progetto speciale per EXPO Milano 2015 e realizzerà un evento per la manifestazione BrerArt.
Neverland
A cura di Anna d’Ambrosio
Amy-d Arte Spazio, Via Lovanio 6, 20121 Milano (MM2 Moscova)
Durata mostra: 12-20 dicembre 2013
Inaugurazione avvenuta giovedì 12 dicembre
Informazioni e orari di apertura: www.amyd.it, [email protected], tel. 02.654872
Milano. L’arte come terapia e decodifica del disagio
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