La Repubblica - Roma, 18 dicembre 2012 , Cecilia Cirinei - Sono oltre 160 le imprese abilitate a effettuare lavori pubblici di restauro di superfici decorate e beni di interesse storico per importi superiori a 150 mila euro, 150 le aziende qualificate per scavi archeologici e 950 quelle per restaurare immobili sotto tutela. «È un patrimonio che non deve essere disperso e che rappresenta una grande risorsa in termini di turismo, cultura e spettacolo - ha detto Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente della Camera di Commercio - bisogna valorizzare i beni altrimenti non ci salva nessuno». Alla drastica riduzione delle risorse dedicate al settore, per cui nella provincia, dal 2007 al 2011, i bandi di gara sono passati da 91,3 milioni di euro a 67,9 e nel Lazio gli importi sono calati nel 2011 a 78,9 milioni dai 104,7 del 2007. E se nel 2009 le gare aggiudicate erano 32, per un importo di 54 milioni, nel 2012 sono state 26, per un importo di 33. «Si aggiunge il mancato rispetto dei tempi di pagamento - ha detto Alessandro Maruffi, presidente della Cna costruzioni - bisogna cogliere le opportunità della internazionalizzazione e, per la carenza delle risorse, quelle date dai partner sponsor». Per molti occorre far entrare le sovrintendenze negli studi di fattibilità. «Non si possono trattare i monumenti come reliquie - ha detto il Sovrintendente Umberto Broccoli - e piangere perché non ci sono i soldi per mantenerli. Qual è il problema ad usare la pubblicità sui ponteggi? Così abbiamo restaurato Porta Pia e ora le fontane di Roma».