EMANUELA GARDNER, IMAGINE

Redazione EosArte · September 26, 2016

  a cura di Vincenzo Mazzarella e Roberta Giulieni, Galleria Monserrato Arte ‘900, Via di Monserrato, 14 – 00186 Roma, Orari: lun-ven 16,00 – 20,00 - sab 10,00 – 13,00 Info: +39 348 2833034; [email protected]; www.emanuelagardner.com Inaugurazione: 29 settembre 2016 ore 18,00 – 21,30 Esposizione: 29 settembre – 29 ottobre 2016 Orari: lun-ven 16,00 – 20,00 - sab 10,00 – 13,00 Info: +39 348 2833034 [email protected] www.emanuelagardner.com Catalogo in galleria con testi di Diego Mormorio e Enzo Mazzarella Ufficio stampa: Scarlett Matassi - +39 345 0825223 [email protected] Da Giovedì 29 settembre “Imagine”, il più recente lavoro di Emanuela Gardner, in mostra da Monserrato Arte ‘900. Nota per i suoi ritratti di personalità del mondo della cultura americana, l’artista propone un’inedita visione del parco cittadino più famoso del mondo, il Central Park di New York, componendo una fascinosa galleria di scatti delle sculture che lo arredano.

LA CARRIERA AMERICANA E UN ESORDIO DA FILM La notorietà di Emanuela Gardner è essenzialmente legata alla strepitosa galleria di ritratti fotografici di personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e del giornalismo statunitensi spesso commissionati da testate del calibro di New York Times o Vogue. “ La verità è che a me piace la fotografia in ogni sua sfaccettatura e che non mi sono mai considerata una specialista, anzi, quando ho iniziato a fare i ritratti non pensavo nemmeno di saperli fare. Mi ero trasferita da poco a NYC al seguito di mio marito, un americano. Un giorno un amico vede alcuni miei paesaggi appesi al muro di casa e mi chiede di fargli un ritratto. Mai fatto un ritratto in vita mia – gli dico- e lui risponde che se avevo saputo fotografare così bene il paesaggio, con la figura umana avrei fatto ancora meglio. Non ho mai capito la logica di quel ragionamento, ma aveva ragione lui: consegnai un lavoro accettabile.” Quel primo ritratto scattato senza convinzione doveva essere in realtà davvero buono: “Capitò per caso sotto gli occhi di un redattore di Vogue. Il lavoro gli piacque e decise di commissionare a me la foto che avrebbe corredato un’intervista a Jeff Koons di cui si stava occupando. Mi affidò quell’incarico senza sapere chi fossi, allora nessuno mi conosceva a New York, ma da quel momento tutti cominciarono a chiedermi ritratti”. Nei vent’anni successivi a quell’esordio da film, sotto il suo occhio meticoloso sono passati tanti protagonisti della fine del ‘900. Tra i ritratti che hanno maggiormente circolato quelli di Leo Castelli, Achille Bonito Oliva, Carl Lewis, Terence Stamp, Dominique Sanda, Ben Gazzara, Paul Auster, Walter Cronkite – l’uomo più creduto d’America, per due decenni incontrastato protagonista del notiziario CBS – e, soprattutto, uno dei suoi soggetti preferiti, Carl Bernstein, il giornalista dello scandalo Watergate. L’ULTIMO LAVORO: “IMAGINE”, VISIONE INEDITA DI CENTRAL PARK Da quando ha lasciato New York per trasferirsi in Messico – a Todos Santos, un angolo della Bassa California colonizzato da una vivace comunità di artisti nord americani - il lavoro sulla figura umana iniziato con la carrellata dei ritratti delle celebrities d’oltreoceano ha subito una svolta ben testimoniata da Imagine, la serie di scatti che, da giovedì 29 settembre, Emanuela Gardner esporrà a Roma, da Monserrato Arte ‘900. Il nuovo lavoro propone una visione del tutto inedita del Central Park di New York: i ritratti delle sculture che, a partire dal 1863, sono state collocate all’interno degli 843 acri di verde cittadino più famosi del mondo. Scrive Diego Mormorio nel testo in catalogo: “Del Central Park noi conserviamo in mente un grande rettangolo verde popolato da una variopinta infinità di vita. Ci restano invece sconosciute le silenti figure di bronzo… che sembrano aspettare qualcuno che voglia iniziare con loro un dialogo”. L’occhio fotografico di Emanuela Gardner apre quel dialogo a lungo atteso restituendo una fascinosa identità agli abitanti più anonimi del parco, un favoloso angolo di mondo sottratto alle leggi del tempo e della storia in cui Giuseppe Mazzini incontra Alice (quella del Paese delle Meraviglie), Shakespeare, Cristoforo Colombo e gli eroici soldati del Settimo Reggimento di New York sono abitanti dello stesso condominio e Beethoven fa musica con John Lennon senza che nessuno ci trovi niente da ridire. Per conferire ai ritratti il maggior nitore possibile, Gardner ha realizzato i suoi scatti in assenza di vegetazione, durante il rigido inverno newyorchese, quando le temperature scendono sotto lo zero e le mani sono così intirizzite che anche il cambio del rullino fotografico diventa un’operazione complessa. L’artista ama infatti la fotografia analogica e stampa personalmente le predilette pellicole all’infrarosso che consentono di ottenere immagini in cui la cromia dei bianchi e neri appare drammaticamente contrastata.

NOTE BIOGRAFICHE Nata a Verona nel 1952, Emanuela Marchetti Gardner è cresciuta a Roma, la città in cui ha compiuto gli studi filosofici e mosso i primi passi nel campo della pittura e della fotografia, passioni coltivate sin da bambina. Si è trasferita a New York nel 1981, dopo aver vissuto tre anni a Londra e due in India. A New York ha frequentato l’Art Student League ed ha avviato una brillante carriera come fotografa realizzando una lunga galleria di ritratti di noti personaggi del mondo della cultura e del giornalismo. I suoi lavori sono stati pubblicati dalle più importanti testate americane e italiane: New York Times, Vogue, Details Magazine, Village Voice, Corriere della Sera, l’Espresso, La Repubblica, Panorama, Amica, Marie Claire, Elle, Grazia, Dedicate, Art Forum Contemporanea. Ha esposto a New York, Los Angeles, Miami, Roma, Parigi, St. Barth e Todos Santos, la cittadina messicana dove vive dal 2007.

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