La Repubblica - Firenze, Massimo Vanni - Prima grana per il neo assessore alla cultura. Sergio Givone si siede al terzo piano di Palazzo Vecchio, dietro la scrivania che fu di Giuliano Da Empoli, e già si trova il primo grattacapo sotto il naso: un appello che porta la firma di dieci intellettuali chiede a Palazzo Vecchio di ripensare al trasferimento del Gabinetto Vieusseux al Forte Belvedere. Di rivalutare l´idea annunciata dal predecessore di Givone Giuliano Da Empoli circa un mese fa, al tempo della sua nomina a presidente del Vieusseux, e avallata dallo stesso sindaco Matteo Renzi. Sarebbe un errore allontanare il Gabinetto dal centro storico, dicono in sostanza nell´appello lo scrittore Sandro Veronesi, la storica dell´arte Mina Gregori, l´ex ministro e direttore dei musei vaticani Antonio Paolucci, il critico Enrico Ghidetti, l´architetto e ordinario di restauro Francesco Gurrieri e i docenti universitari fiorentini Maria Fancelli, Anna Dolfi, Ernestina Pellegrini, Marino Biondi e Marco Marchi. «Tutti nomi eccellenti - dice Givone nel suo primo giorno da assessore di Palazzo Vecchio - il trasferimento del Vieusseux è per ora un´ipotesi, visto che il Forte non è per il momento agibile. E un approfondimento va fatto». Una risposta che non è certo un rifiuto a priori. «ESPRIMIAMO la nostra più seria preoccupazione per il Gabinetto Vieusseux, invitando l’amministrazione comunale a ripensare sostanzialmente a quanto annunciato, che rischierebbe di umiliare e fors’anche cancellare una realtà culturale, sulla quale c’è già una crescente ansia europea e internazionale. Siamo certi della sensibilità del sindaco e dell’intero consiglio comunale», scrivono i dieci intellettuali nell’appello lungo una paginetta diffuso ieri e intitolato semplicemente «Per il Vieusseux». Fondato nel 1819, si ricorda nel testo, il Gabinetto fiorentino custodisce 140 fondi, tra cui quelli di Giorgio Caproni, Emilio Cecchi, Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Mario Tobino, Giuseppe Ungaretti, Federico Tozzi, Ferruccio Masini e Pier Paolo Pasolini. È stato amato e apprezzato nel mondo eppure, dice ancora l’appello, «da qualche tempo si assiste ad un progressivo disinteresse per questo prezioso istituto, ove la cultura della città tutta si riconosce: taglio dei fondi (ben oltre l’attuale contingenza), cessione di spazi della sede storica di Palazzo Strozzi ad altre istituzioni, tentativi di allontanamento dal centro storico (si veda l’impraticabile sede del Forte di Belvedere) ». Non solo. I firmatari dell’appello si rivolgono però anche direttamente a Givone, appena arrivato a Palazzo Vecchio: «Auguriamo che si voglia programmare un vero rilancio del Vieusseux nella sua naturale, originaria dimensione europea: confidiamo ora nel nuovo assessore alla cultura, sicuramente sensibile a questi problemi ». Ma se per il neo responsabile della cultura comunale la questione vale un «approfondimento », dal momento che «il Vieusseux deve mantenere una sua centralità», per il presidente Da Empoli si deve comunque andare avanti con il progetto annunciato ormai un mese fa. «I firmatari dell’appello esprimono una preoccupazione legittima - sostiene l’ex assessore alla cultura - ma penso che avremo modo di smentirla con il nostro lavoro nel corso dei prossimi mesi. Il Vieusseux è da quasi due secoli al centro della vita culturale fiorentina e continuerà ad esserlo, in tutti i sensi». Del resto, continua il presidente Da Empoli, la prima riunione del nuovo consiglio d’amministrazione si terrà il 20 giugno prossimo e in quella occasione «saranno discussi e presentati i nuovi programmi di attività dell’istituto». A Palazzo Strozzi, secondo il progetto annunciato da Da Empoli, rimarrebbe comunque la sala storica dell’istituto. Lo stesso sindaco Renzi, però, si era pronunciato a favore dello spostamento al Forte Belvedere degli archivi, sostenendo che il trasferimento avrebbe finito per valorizzare il Gabinetto Vieusseux. E non solo questo, visto che da tempo la Fondazione Strozzi chiede la disponibilità di maggiori spazi per le proprie attività espositive.