La Repubblica, Firenze, Gaia Rau - Un nuovo ingresso, affacciato su piazza della Stazione, che sostituisce quello, defilato, di piazza Santa Maria Novella. E la restituzione al pubblico, dopo tredici anni e un restauro costato 425 mila euro, del bellissimo Chiostrino dei Morti, risalente al 1270, detto così perché costruito sull’antico cimitero dei frati domenicani. È UNA nuova vita, quella festeggiata ieri dal complesso di Santa Maria Novella, uno dei principali musei civici della città, scrigno di capolavori della pittura fiorentina del ‘300 e ‘400. Una rinascita - celebrata alla presenza del sindaco Matteo Renzi, del neo assessore alla cultura Sergio Givone, dalla soprintendente al Polo museale Cristina Acidini e dal presidente dell’Opera di Santa Maria Novella Alessandro Salucci - che riguarda anche una delle parti più suggestive e finora meno accessibili, di Santa Maria Novella, il Chiostro grande, maestoso spazio affrescato da pittori del XVI e XVII secolo come Poccetti, Santi di Tito, Cigoli e Alessandro Allori, appartenente alla Scuola marescialli dei carabinieri. Definito da Acidini «un piccolo paradiso», d’ora in avanti potrà essere visitato secondo orari concordati con i militari: la prima occasione sarà proprio oggi, per l’iniziativa «Il palazzo del fiorentino», in cui tutto il complesso, oltre a museo Bardini, Fondazione Romano e Palazzo Vecchio, sarà aperto e gratuito, per i residenti, dalle 10 alle 16 (prenotazioni055/2768224). Un’opportunità per scoprire anche le altre meraviglie di Santa Maria Novella, come il Chiostro verde, affrescato da Paolo Uccello utilizzando un particolare pigmento a base di ossido di ferro e acido silicico da cui prende il nome, o il Cappellone degli Spagnoli, interamente affrescato da Andrea Bonaiuti, usato dai frati come sala capitolare. Per Renzi si tratta di «una riapertura attesa a lungo e che permette un collegamento nuovo tra piazza della Stazione e piazza Santa Maria Novella», entrambe comprese nei Cento luoghi: «Tutta quest’area sarà soggetta nei prossimi mesi a grandi cambiamenti, a partire dall’apertura del Museo del Novecento alle Leopoldine e dal rifacimento della facciata della Caserma dei carabinieri, per la quale è già pronto un bando da 1 milione di euro». Per il museo, nel 2011 visitato da circa 33 mila persone - una cifra irrisoria, se paragonata a siti come gli Uffizi (1 milione e 700 mila visitatori) o l’Accademia (1,2 milioni) - il nuovo ingresso proprio di fronte alla stazione, sotto gli occhi dei viaggiatori in arrivo in città, potrebbe rivelarsi una straordinaria opportunità: «Speriamo in questo modo di incrementare il flusso turistico», dice la curatrice Serena Pini.