(P.M.P.) Florens 2012, seconda edizione della biennale internazionale dedicata ai beni culturali e ambientali, organizzata dalla Fondazione Florens, si terrà nel capoluogo toscano dal 3 all’11 novembre. Il programma che utilizza un budget di 1,5 milioni di euro, prevede un forum di tre giorni e 43 tavole rotonde, con 300 relatori, 6 lectio magistralis e una proiezione inedita del National Geographic. «Parleremo di cultura e di economia, come un vero progetto di politica industriale», dice Giovanni Gentile, presidente della Fondazione Florens La settimana internazionale dei Beni culturali e Ambientali Florens 2012 affronterà il tema “Dal Grand Tour al Global Tour”, elaborato da una Direzione Culturale di docenti chiara fama delle università di Firenze, Torino e Roma La Sapienza che stanno elaborando i contenuti delle attività di ricerca. Fil rouge sarà il tema della produzione culturale, affiancato da quello dell’identità competitiva dei beni culturali, che verrà sviluppato nelle ricerche del Forum, nelle case history e nelle lectio magistralis. Le ricerche faranno emergere una visione unitaria dei beni culturali: dal paesaggio agli archivi storici, dalla gastronomia all’artigianato, dall’archeologia alla moda, all’agricoltura al design. Sotto l’egida della cultura verrano connessi, interpretati e divulgati l’aspetto storico, sociale e artistico legati indissolubilmente e biunivocamente a quello economico/produttivo. Il messaggio sarà globale, ma nell’ottica di far emergere il concetto di local e di identity: è la differenziazione che crea economia. Con i suoi prodotti culturali (arte, letteratura, moda, gastronomia, design, archeologia, paesaggio) l’Italia, infatti, promuove e vende anche un pezzo della propria cultura e della propria identità, che sono un valore aggiunto a tutti i suoi prodotti. Le ricerche del Forum dimostreranno che non è abbassando i costi di produzione che l’Italia si può fare spazio nei mercati internazionali, ma attraverso la valorizzazione e l’identity del hand made in Italy. L’attenzione del Forum sarà puntato su “il local per il global”, ovvero il corto raggio, la filiera corta, anch’essi valori da divulgare: dalle ricerche emergeranno nuovi modelli di iniziative che coinvolgono il nostro patrimonio culturale in una visione a 360 gradi. Dove, ad esempio, produrre beni agroalimentari vuol dire attenzione e salvaguardia della propria cultura e della propria identità paesaggistica, spesso con costi aggiuntivi che non superano il 10%. E’ una produzione che tutela il paesaggio e che utilizza infrastrutture di mobilità e di energia in un approccio di sviluppo sostenibile dell’ambiente che fa coesistere tutela del territorio con sviluppo economico e risulta utile per contrastare il cambiamento climatico e prevenire il dissesto idrogeologico. L’Italia rappresenta nel settore uno dei più importanti esempi mondiali, anche in vista dei nuovi indirizzi delle politiche agricole comunitarie, che rivalutano tali pratiche. È previsto sul tema un road show a livello internazionale in Europa, Usa e Sud America.