Malinconica, inquietante, raffinata e coinvolgente; Beatriz Martín Vidal copre di un nuova tinta la storia di Cappuccetto Rosso.
di Rossana Calbi
“Sono un illustratrice che sta diventando un’autrice”. Sul web, Beatriz Martín Vidal si presenta così. Little Red è sicuramente uno dei passi risolutivi di questo percorso. Dopo l’esordio del 2010 nell’editoria italiana per la casa editrice milanese Nuages; Logos edizioni propone Little Red: un racconto nuovo che si ispira a una favola antica, una storia senza parole che sprigiona tutta la sua novità con la sola forza delle immagini di Beatriz Martín Vidal. L’artista spagnola, con una laurea in Belle Arti e una specializzazione in illustrazione alla scuola d’arte di Valladoid, ha trovato un suo personale modo di raccontare una storia per immagini. Dopo un iter nell’ambito editoriale riconosciuto a livello internazionale, e aver esposto nella selezione annuale della New York Society of Illustrators, Beatriz Vidal decide di raccogliere il suo bagaglio culturale e tecnico per creare arte con nuove storie. All’illustratore si dà una storia e gli si chiede di renderla visiva, in casi più rari è l’immagine che dà modo alla scrittura di sviluppare una storia, ma il legame tra figurativo e racconto non è legato solo all’ambito editoriale. L’immagine deve raccontare, in modo didascalico come nelle vetrate istoriate del duomo di Milano, o deve far nascere stupore e meraviglia come la Fornarina di Raffaello, ma dietro a un volto e a un paesaggio c’è sempre una storia che si lega a ogni velatura asciugata lentamente nei pensieri del suo autore. Seguendo questo diktat, Beatriz Vidal riprende una delle fiabe più popolari nella cultura occidentale e la ridipinge. In Little Red, il lettore crede di conoscere il personaggio che ha di fronte e si stupisce senza essere intrappolato in un discorso lungo e complicato, senza scomodare interpretazioni antropologiche dell’antica favola di origine medievale e raccontata per iscritto da Perroult e successivamente dai Grimm, solo i due fratelli tedeschi ne diedero due versioni differenti. L’artista spagnola fa della fanciulla persa nel bosco una bambina che trova la forza in un colore che la ricopre e la riveste. Sulle guance paffute della bambina si poggia il colore della forza e del coraggio e quando il suo aspetto sarà rosso di coraggio e si troverà di fronte alle domande della crescita, la bambina con la bocca carnosa e gli occhi sbarrati saprà scoprire come rinascere. Nicolas Boileau scriveva ne Arte poetica che “spesso la paura di un male ci conduce a uno peggiore”. La Little Red della Vidal è coraggiosa e affronta il male nonostante la paura sconfiggendo proprio questa, che è, appunto, il male peggiore. Il piccolo Cappuccetto Rosso è curioso di chi ha di fronte, lo teme e ne viene soggiogato, anche in questa favola c’è il lieto fine e senza bisogno del cacciatore. È la storia di un riscatto, di una crescita, come quella che fa l’autrice che dipinge mirabilmente le linee di una bambina incentrando la forza del personaggio nell’espressione dei segni pittorici ben tracciati e, al contempo, delicati per la riscoperta di un’arte che definire classica non è assolutamente riduttivo. Beatriz Vidal tecnica e precisa esce fuori da un classicismo, che facilmente si può trasformare in manierismo, rendendolo vitale, esce fuori, come la sua Little Red, dal pericolo dell’eccessiva estetica e dà vita alla sua storia pittorica. Un libro da sfogliare infinite volte per scoprire come l’arte può diventare ardita; il coraggio artistico a volte non ha bisogno di grosse rivoluzioni, ma di pennellate decise e una storia da raccontare. Beatriz Martín Vidal, Little Red, Logos Edizioni, pag. 64, 18,00 €