(P.M.P). In Italia pochi conoscono Domenico Cucci, ebanista umbro, nato a Gubbio o Todi nel 1635 e morto a Parigi nel 1705. Ma dall’asta di qualche giorno fa da Christie’s in cui un suo mobile ha realizzato 4.5 milioni si sterline, circa 5 milioni di euro, entrambe le città del centro Italia vorrebbero ascriverlo nel novero delle proprie glorie locali. Il suo armadietto in pietre dure fiorentine del XVII secolo, realizzato dall’artigiano italiano a Parigi durante il regno di Luigi XIV, è uno di uno dei tre armadietti realizzati da Cucci durante il regno del Re Sole e fu costruito tra il 1665 e il 1675. Gli altri due sono di proprieta’ del Duca di Northumberland (originariamente erano allocati a Versailles) che li custodisce da secoli nella sua collezione di famiglia nel castello di Alnwick in Inghilterra.
I 4,5 milioni di sterline totalizzati dal ”Cucci cabinet”, come lo ciamano gli esperti, rappresenta il quarto prezzo piu’ alto mai registrato al mondo per un pezzo di arredamento d’epoca ad un’asta. Il primato assoluto spetta al ”Badminton Cabinet”, un armadietto in pietre dure fiorentine realizzato da Baccio Cappelli tra il 1720 e il 1732, venduto da Christie’s nel dicembre 2004 per 19,1 milioni di sterline. La seconda quotazione spetta ad una commode della biblioteca del re francese Luigi XVI, venduta per 7 milioni di sterline da Christie’s nel luglio 1999. Il terzo prezzo piu’ caro e’ stato raggiunto da un mobile portapiatti in stile Luigi XV venduto a Parigi all’Hotel Drouot nel dicembre 2005 per 4,6 milioni di sterline. Cucci era un ebanista e fonditore che era formato nella Roma barocca berniniana, e quando aveva intorno ai venticinque anni fu chiamato, forse dal cardinale Mazzarino, a lavorare a Parigi nelle manifatture reali dei Gobelins, articolate sull’esempio di quelle dei Medici a Firenze, città da cui arrivarono nel 1668 anche i fratelli Ferdinando e Orazio Migliorini, maestri lapicidi formatisi appunto nelle botteghe granducali. Furono questi artefici italiani, Cucci per primo, a introdurre in Francia l’uso di ornare i mobili con la tecnica delle pietre dure. Di cultura e gusto del barocco italiano tosco-romano, da queste mestranze vengono i soli grandi mobili in ebano, bronzo dorato e pietre dure appartenuti al Re Sole Il Cabinet Cucci andato in asta misura 248 x 158 centímetri e apparteneva a Bartolomé March, banchiere di Palma de Majorca, che lo aveva acquistato nel 1960 dall’antiquario parigino Jean-Marie Rossi. La cifra realizzata non deve destare troppa sorpresa, trattandosi di un pezzo estremamente raro. Gran parte della produzione di Cucci andò probabilmente distrutta a partire dal 1689 a causa di un editto che imponeva di rimuovere e fondere tutti i metalli preziosi che ornavano la mobilia della Corona Reale. Poi, nel secolo successivo i suoi pezzi furono smontati e riutilizzati da altri ebanisti per adeguarli al gusto del loro tempo.