di Vittorio Schieroni A distanza di più di un anno incontriamo per un’intervista Anna d’Ambrosio, titolare della galleria d’arte contemporanea milanese Amy-d Arte Spazio di Via Lovanio 6, in zona Moscova. L’incontro diventa un’occasione per fare il punto della situazione sui diversi progetti che sono stati portati a compimento fino a questo momento e, soprattutto, sulle nuove iniziative che vedranno coinvolta la galleria nei prossimi mesi: in particolare la partecipazione alla fiera internazionale d’arte contemporanea Step09 New Art Fair (25-27 novembre 2011, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano) e l’inaugurazione della nuova mostra “Imbalance and Insecurity” prevista per giovedì 1 dicembre alle ore 18.30. Amy-d porta avanti dal 2009 il progetto “econom_Art”, per sondare le molteplici interrelazioni tra arte ed economia. Vittorio Schieroni: Anna d’Ambrosio, ci può spiegare come è nato e in cosa consiste il progetto “econom_Art”? Anna d’Ambrosio: Il progetto è nato dall’esigenza di storicizzare grazie all’arte contemporanea il momento di impasse economica che stiamo vivendo. Il metro e la modalità che ho usato sono le diverse espressioni artistiche.
- Come si è sviluppato nel corso del tempo? Da “Titoli. Arte tra Finanza e Mercato” del febbraio 2010 fino a “Coazione a ripetere_plusvalore e resto” il medium è stato l’economia. In un gioco osmotico in cui abbiamo parlato di economia con l’arte e di arte in economia. Gli escamotage per realizzare questo tipo di progetti sono venuti da un’attenta riflessione sulle realtà economiche che muovono Milano, in particolare, ad esempio il connubio con le fiere di settori alternativi a quelli d’arte.
- “econom_Art” è un progetto unico e innovativo. Come è stato accolto dall’ambiente artistico italiano? All’inizio c’è stato molto scetticismo, unito ad una grande curiosità e diffidenza nei confronti della mia persona e sul progetto, a prescindere dagli artisti e dai lavori presentati. Successivamente mi sono resa conto di continui riferimenti alle stesse tematiche da noi trattate celati da una subentrata moda riguardo alle tematiche economiche.
- Cos’è per lei l’economia in arte? Nel passato si è sempre pensato che il linguaggio economico fosse un linguaggio asettico e tecnico: mai concetto più sbagliato. L’economia per Amy-d è sangue, è linfa vitale, è mercato, perché è questo ciò che fa muovere l’assetto sociale e permette una sopravvivenza artistica. Parlo di sopravvivenza perché è proprio questo ciò che è rimasto dei giovani artisti che si esprimono nella contemporaneità.
- Nei progetti da lei curati emergono modalità inconsuete per un gallerista… Parlo dal punto di vista di una non addetta ai lavori, nel senso che non ho studiato arte, ma ne sono appassionata, provenendo da studi di psicologia, fisica e marketing.
- Amy-d sarà presente alla terza edizione di Step09 con il progetto “Balance (equilibrio artistico_etica economica)”. Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a partecipare a questa fiera-evento di arte contemporanea? Step09 per me sarà la prova del fuoco: usciremo allo scoperto per la prima volta in una sede istituzionale con un progetto sull’etica ed equilibrio precario. Pensiamo che attualmente nell’arte contemporanea il progetto rafforzi il singolo artista con un gioco di squadra tenuto insieme da un’emergenza sociale. Quasi contemporaneamente, con qualche giorno di anticipo, parteciperemo come unica galleria d’arte a una fiera come il Matching in cui il protagonista assoluto è l’industria.
- “Balance” sarà una sorta di anteprima per “Imbalance and Insecurity”, la nuova mostra prevista per dicembre. Ci vuole illustrare il nuovo progetto? Il progetto “Balance” si farà mostra presso Amy-d Arte Spazio e diventerà “Imbalance and Insecurity”, in progress. Dei quattro artisti (A. Safdari, G. Buffoli, I. Blank, F. Donaggio) proposti a Step09 solo due di questi parteciperanno alla nuova mostra, che vedrà artisti del calibro di A. Brodsky, G. Buffoli, C. Maina, A. Tibaldi, N. F. Torcoli ed E. Castioni, A. Safdari, N. Braga proporre la loro personalissima espressione artistica riguardo alla tematica proposta: la precarietà di vita.
- Che tipo di caratteristica avrà questa mostra? “Imbalance and Insecurity”, nata come collettiva, si specializzerà al proprio interno e durante tutta la durata della mostra in tante mini-personali con interventi curatoriali e di critica ad hoc, artista per artista.
- Quali sono le iniziative che ha in programma Amy-d per il prossimo futuro? Le nuove mostre “Come tu mi vuoi. Arte puttana e committenza” e “Cifra artistica. Entropia e punto di non ritorno” indagheranno tematiche economiche connesse alla committenza e alla cifra, intesa come valore artistico e valore commerciale.
- Per concludere: riferendoci a questi pochi anni di attività di gallerista, cosa ne pensa dello scenario del mercato dell’arte italiano? Lo scenario è di una desolazione assoluta. Come new entry in questo nuovo mondo misterioso ed abusato al tempo stesso mi stupisce quanto poco gioco di squadra ci sia in questo settore. Esistono dei “cartelli” che monopolizzano e gestiscono in maniera univoca gusto, scelte, orientamenti e qualità dei lavori. I premi sono quasi sempre dei bluff dove l’artista emergente si autofinanzia depauperandosi sempre di più. Con la crisi della piccola e media borghesia l’arte al di sotto di una certa cifra non è più acquistabile e le sacche di disoccupazione giovanile per quanto riguarda gli artisti aumentano sempre di più. Questo sta creando una indicizzazione e valore esponenziale solo di pochissimi artisti, le cui opere vengono acquistate da collezionisti, musei e fondazioni a prezzi da capogiro. Intervista realizzata giovedì 17 novembre 2011 presso la sede di Amy-d Arte Spazio, a Milano in Via Lovanio 6; le immagini che accompagnano l’intervista si riferiscono ad alcune opere di artisti che Amy-d presenterà durante Matching, Step09 New Art Fair e la nuova mostra “Imbalance and Insecurity”.