di Vittorio Schieroni Incontriamo Paolo Palazzoli, musicista e artista nato a Crema nel 1963, ora a Lucignano (Arezzo), dove vive e lavora, in occasione della prossima personale che si terrà a Milano dal 20 aprile al 4 maggio 2012 presso la galleria d’arte contemporanea Amy-d Arte Spazio di Anna d’Ambrosio. La ricerca artistica di Palazzoli tocca temi legati alla spiritualità. I suoi lavori ritraggono paesaggi e figure che fanno riferimento più a rappresentazioni della mente e a immagini ideali che a presenze fisiche e situazioni tratte dall’osservazione diretta della realtà quotidiana. Vittorio Schieroni: Vorrei cominciare dalla fase più recente del suo percorso artistico: in che direzione si stanno muovendo la sua ricerca e le attuali sperimentazioni pittoriche? Paolo Palazzoli: La mia sperimentazione ultimamente riguarda la costruzione della tela, l’uso della iuta come elemento importante per far risaltare i colori: sto usando le polveri di vetro come base, colle viniliche, le foglie d’oro, d’argento, foglie di rame, che danno un aspetto luminoso molto potente, in sintonia con la mia ricerca interiore. Io sono un ricercatore. Nelle sue opere è sempre presente una componente spirituale e mistica: da dove deriva questa sua particolare sensibilità? Questa sensibilità deriva dalla forza più grande che, secondo me, ha l’uomo, che è la ricerca della forza che possiede interiormente. Fare un’opera è far vedere agli altri quello che uno ha trovato dentro. Io devo ricercare molto e in profondità, e il punto di partenza è proprio questo amore che uno ha, in primo luogo verso se stesso, per dimostrare agli altri che c’è amore dentro, e poi cercare con un’opera, che può essere un quadro o una qualsiasi opera d’arte. Io sono musicista, un musicista professionista, scrivo canzoni, realizzo dischi, suono, faccio concerti, vado in giro per il mondo a suonare. È tutto un gioco per far vedere agli altri quanta bellezza contiene l’uomo. Sono spesso presenti anche richiami diretti o indiretti alla religione, soprattutto a quella cristiana. Quali motivazioni stanno alla base di questa scelta tematica? La motivazione principale è l’esaltazione delle forze che abbiamo, quindi la ricerca serve per trovare queste forze interiori. Se vogliamo parlare di religione, è solamente una tecnica che uno deve avere per trovarle. Meditando e visualizzando, usando il potere che ha la mente e l’amore che c’è nel cuore. L’intensità cromatica caratteristica dei suoi lavori contribuisce a creare un’atmosfera di sospensione, atemporale. Quali effetti vuole suscitare sull’osservatore attraverso l’uso di colori molto forti, talvolta di un solo colore preponderante? Il monocromatismo serve a fare un collegamento con la filosofia Feng Shui, la quale insegna che ognuno dei cinque elementi ha un colore. Facciamo un esempio pratico: al rosso, che è il colore del fuoco, raffiguro in relazione un paesaggio toscano rosso. Il fuoco rappresenta, nella chiave che voglio dare io, il nostro cielo, il nostro pensiero, il pensiero più alto. Quali tipologie di opere ha scelto di esporre nella sua personale milanese presso Amy-d? Ho scelto di esporre in questa personale, per me importante perché la prima a Milano, la collezione del Feng Shui, filosofia ancora sconosciuta alla grande massa, ma conosciuta nel mondo degli architetti: una serie di paesaggi monocromatici legati agli elementi, quindi i colori dominati dal Feng Shui. Una larga parte di queste opere è legata al discorso del metallo, che nel Feng Shui rappresenta l’Ovest, o l’oro e l’argento, le ricchezze, i metalli della terra, che nei miei paesaggi saranno una ricchezza interiore che l’artista possiede perché ha il tempo di ricercare, ma l’artista ha il dovere di trasmettere agli altri le sue scoperte. Ci saranno paesaggi d’oro, d’argento, di bronzo. Il paesaggio d’oro, ad esempio, è un paesaggio d’oro spirituale: un paesaggio con queste foglie d’oro l’ho chiamato con il nome di un regno divino, il nome della provvidenza. Faccio altri esempi: l’argento è la preveggenza, il rame è la verità. Lei ha compiuto un paio d’anni fa un viaggio in Cina che ha profondamente colpito il suo immaginario. Quali aspetti di quel viaggio e di quel Paese hanno maggiormente influenzato la produzione artistica che ne è scaturita successivamente? Il viaggio in Cina è stato fondamentale per approfondire il discorso del Feng Shui, perché il Feng Shui lo usano tutti gli architetti cinesi per costruire, anche nel centro di Shanghai tra milioni di persone. I cinesi rispettano gli elementi: se, ad esempio, non c’è acqua davanti a un grattacielo, loro piuttosto creano un piccolo ruscello artificiale. Che cos’è, per lei, l’armonia in arte e nella vita? L’armonia è come una tastiera di pianoforte: ci sono tasti bianchi e tasti neri, bisogna metterli insieme bene, in modo che il suono sia gradevole, bello, che ti spinga a stare bene. Io, quando ero un fanciullo, quando ho sentito la musica per la prima volta, ero affascinato da questo suono che si liberava. Era invisibile, però io lo sentivo dentro, mi attirava dentro. Si liberava ovunque. Io la musica la volevo. Come artista ho cominciato con la musica e come musicista ho realizzato dei dischi: uno dei miei dischi, che ho realizzato insieme all’amico Roberto Cosimi, con il quale formo gli WA, si chiama “Atmomy”, quindi un momento di atmosfera. Ci può anticipare quali saranno le prossime iniziative che la vedranno interessata? L’iniziativa più importante è un’opera musicale, un’opera rock, dal titolo “Peacegames”, o giochi di pace, un’opera a carattere fantascientifico, spirituale, quindi uno spiritual-fanta-rock. Intervista realizzata a Milano in data venerdì 30 marzo 2012. Le immagini che accompagnano l’articolo si riferiscono ad alcune opere che verranno esposte nella personale “HE art di Paolo Palazzoli. Quando l’arte diventa cuore”, Amy-d Arte Spazio, Via Lovanio 6, Milano, 20 aprile-4 maggio 2012, inaugurazione venerdì 20 aprile, ore 18.30.