Il noto regista Giuseppe Tornatore esce nelle sale cinematografiche con La migliore offerta, film drammatico che ha come sfondo il dorato e ambiguo mondo del mercato dell’arte: un’opera ben riuscita dove si mescolano arte, amore e segreti. di Vittorio Schieroni Non capita molto spesso di vedere al cinema film ambientati all’interno del mondo dell’arte, in un contesto legato al mercato e al collezionismo, alla realtà delle case d’asta. Il fatto che ad addentrarsi in un terreno tanto particolare sia un personaggio del calibro di Giuseppe Tornatore è un ulteriore elemento in grado di destare attenzione e curiosità. Regista, sceneggiatore, montatore e produttore cinematografico, nonché autore di Nuovo Cinema Paradiso, vincitore del Premio Oscar al miglior film in lingua straniera nel 1990, Tornatore porta sullo schermo la sua ultima fatica, il film drammatico La migliore offerta, in sala dal primo gennaio 2013. Girato interamente in inglese tra la primavera e l’estate dello scorso anno in diverse località, tra cui Trieste, Vienna, Bolzano, Parma, Praga, Roma e Milano, è prodotto da Paco Cinematografica in collaborazione con Warner Bros. Entertainment Italia. Il film è incentrato sulla figura di Virgil Oldman, un raffinatissimo, eccentrico e alquanto spregiudicato battitore d’asta con un eccezionale talento nella valutazione delle opere d’arte, in modo particolare di antiquariato. Oldman - impersonato da un ottimo Geoffrey Rush - trascorre una vita solitaria tra lussi e opere d’arte di qualità elevatissima, arricchendo nel corso del tempo una personale collezione di capolavori. Ad accompagnare il protagonista in una trama un po’ surreale, tra segreti e introspezione psicologica, dove non mancano una storia d’amore e un paio di nevrosi, sono il suo amico di vecchia data Billy Whistler (Donald Sutherland), il giovane restauratore Robert (Jim Sturgess) e la misteriosa e disturbata cliente di Oldman Claire Ibeson (Sylvia Hoeks), che sconvolge il rigido equilibrio su cui si basa la vita dell’esperto d’arte. Senza entrare ulteriormente in particolari che riguardano la trama, si può valutare come Tornatore sembri voler immergere l’osservatore, dall’inizio fino alla fine del film, in un contesto di bellezza, un’attenzione al lato estetico, talvolta volutamente esasperata, che si può riscontrare in ogni particolare: nella continua presenza di opere d’arte e antiquariato nelle scene, nell’attenta scelta delle ambientazioni (ville e palazzi, piazze e scorci), nella ricercatezza degli abiti indossati dal protagonista, perfino nel delicato e costante accompagnamento musicale, colonna sonora a opera del Maestro Ennio Morricone. All’interno della pellicola di Giuseppe Tornatore si assiste a un paragone tra vita e amore, da una parte, e arte, dall’altra, dove l’amore viene avvicinato idealmente a una seduta d’asta, durante la quale ogni partecipante non sa mai fino all’ultimo momento se la sua offerta si rivelerà la migliore. Un sistema di aggiudicazione, quello dell’asta, che comporta una certa dose di rischio, una sfida, proprio come per l’amore. La migliore offerta mette efficacemente in luce anche un aspetto della natura umana: i sentimenti sono come le opere d’arte, si possono simulare, in un certo senso falsificare, anche se, come lo stesso Oldman saggiamente ci ricorda, “in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico”. La migliore offerta, Italia, 2013 Regia e sceneggiatura di Giuseppe Tornatore Prodotto da Paco Cinematografica e Warner Bros. Entertainment Italia Musiche di Ennio Morricone Informazioni: http://lamiglioreoffertailfilm.it/