Conti pubblici. Effetti negativi dalla sicurezza stradale ai beni culturali. PATRIMONIO A SECCO Esemplare il caso del Lotto: per il restauro e il recupero di monumenti e opere si è passati dai 154 milioni de12006 ai 48 attuali Sole24Ore, di Francesco Nariello Spariti nel buco nero dei conti pubblici. Utilizzati per esigenze di bilancio o per fronteggiare emergenze varie. È il destino che, sempre più spesso negli ultimi anni, è toccato ai fondi statali indirizzati al sociale, ai consumatori o ai beni culturali. E che, invece, sono finiti altrove. Otto per mille, multe antitrust, fondi del lotto. Ma anche i proventi delle sanzioni amministrative da impiegare per la sicurezza stradale. Si fa sempre più corposo l’ammontare delle risorse dirottate per riempire i vuoti nelle casse dello Stato e degli enti locali. Sulla base degli ultimi dati disponibili, per esempio, sono oltre 220 i milioni di euro - solo considerando l’otto per mille e le multe dell’Antitrust - che nell’ultimo anno sono evaporati, prendendo strade diverse da quelle previste dalla legge. E lasciando a secco i progetti che avrebbero dovuto finanziare. In altri casi, come per i fondi del lotto, le somme “risparmiate” dalla scure del Tesoro si sono invece inesorabilmente assottigliate anno dopo anno. Il caso più eclatante riguarda lo svuotamento della quota statale dell’otto per mille nell’ultimo decennio. Dal 2001 al 2011, infatti, su 1,2 miliardi di risorse - destinate dalle dichiarazioni dei redditi allo Stato, per finanziare i progetti in quattro aree di impiego (conservazione beni culturali, calamità naturali, fame nel mondo, assistenza rifugiati) - solo 5to milioni sono giunti a destinazione. Il resto è stato utilizzato per altre finalità. Il “fondo” lo si è toccato lo scorso anno. La dote di 145 milioni per il 2ou, infatti, si è progressivamente assottigliata, per poi sparire del tutto. Una prima tranche (64 milioni) è partita a metà anno per far fronte alle emergenze di protezione civile, un’altra (57) dirottata a dicembre per sopperire al sovraffollamento delle carceri, il residuo (24) è stato infine sacrificato alle esigenze dei conti pubblici. Per i 1.562 progetti presentati, alla fine, non è rimasto nulla. Altro capitolo è quello delle sanzioni dell’Antitrust. Le multe comminate dall’Authority per i comportamenti anticoncorrenziali, infatti, dovrebbero essere utilizzate - come prevede la legge 388/2000- per iniziative a favore dei consumatori. Conti alla mano, però, la quota destinata ad altre finalità ha ormai superato quella impiegata a favore dei cittadini. Solo nel 2012, sono circa 70 i milioni dirottati verso gli enti locali per il riequilibrio dei tagli subiti (si veda l’articolo sotto). Tendono a diminuire, anno dopo anno, anche le risorse provenienti dal gioco del Lotto e destinate sulla carta al recupero e al restauro dei beni culturali. Il flusso di 154 milioni del 2006 si è ridotto di oltre i due terzi, diventando nel 2012 un rigagnolo di 48 milioni (più o meno la stessa cifra del 2011, dopo anni di cali). Qui il quadro è cambiato dopo la Finanziaria 2008: prima, infatti, i fondi (derivanti dalle giocate infrasettimanali) venivano assegnati - come previsto dalla legge 662/1996 - direttamente al ministero dei Beni culturali; da allora, invece, finiscono nel calderone generale delle entrate per essere riorientati di concerto con l’Economia. Quote sempre maggiori, però, finiscono su altri capitoli. La situazione non cambia se lo sguardo si sposta a livello locale. Anzi, ricostruire il tragitto dei fondi diventa spesso un’operazione ancora più complessa sul territorio. È il caso dei proventi delle sanzioni amministrative spettanti agli enti locali per violazioni al Codice della strada. Somme che - come stabilisce lo stesso Dlgs 285/92 -devono essere destinate per il 50% a interventi migliorativi che vanno dalla segnaletica (12,5%) ai controlli sul campo (12,5%), fino alla sicurezza stradale (25%). Secondo un’indagine realizzata da Flg e Iifa (presentata qualche mese fa alla Camera) gli introiti da multe stradali, considerando solo quelle comminate dalle polizie locali, ammontano a circa i,6 miliardi l’anno: la metà di questi, 800 milioni, dovrebbero quindi essere spesi perla sicurezza. Lo stesso rapporto (che ha raccolto dati su 15 grandi città italiane tra il 2006 e il 2010) sottolinea però che «nessuna rendicontazione viene fatta dai Comuni» e, soprattutto, che «non c’è un criterio omogeneo di trasparenza» in materia. «È difficile capire dove finiscono queste somme - conferma Fabio Galli del Codacons - e resta la sensazione che i Comuni possano spenderli come gli pare». A Roma, per esempio, oltre 700 milioni dei 1.350 totali incassati da multe sono stati spesi tra il 2006 e il 2010 per il trasporto pubblico locale, anche se metropolitane e bus non rientrano tra le destinazioni previste.