Pavia. La tavola dei piaceri: il cibo tra arte e cultura

Redazione EosArte · October 24, 2011

Mostra Collettiva dal 29.10 al 17.11.2011 Inaugurazione: sabato 29 ottobre alle ore 18.30   L’arte del cibo è un’avventura della mente. Alessandro Borghese La mostra “La Tavola dei piaceri: il cibo tra arte e cultura” si pone l’obiettivo di presentare una serie di opere dedicate al ruolo che il cibo riveste nella vita quotidiana degli individui, come fonte di nutrimento, dispensatore di piacere, strumento di aggregazione sociale, protagonista di pratiche rituali. Fin dall’antichità frutta e vivande di vario genere popolano le opere d’arte a partire dalle incisioni rupestri del Paleolitico, che illustrano scene di caccia e testimoniano il ruolo dominante dell’approvvigionamento del cibo che da allora in poi si trova spesso inserito nelle rappresentazioni artistiche. Ancora anticamente nella pittura romana troviamo raffigurate delle vere e proprie nature morte, gli affreschi di Pompei riportano immagini di frutta, miele, formaggi, cacciagione pane e vino. Nel periodo medioevale il cibo ricompare nella pittura solo marginalmente con valore simbolico nell’ambito di rappresentazioni religiose, fino al definitivo riscatto avvenuto tra Rinascimento e Barocco. In Italia nel ‘500 Arcimboldo è noto soprattutto per le sue grottesche teste composte, ritratti e busti allegorici basati sull’illusione della figura, ottenuta attraverso composizioni di fiori, frutta, verdura e animali. Il tema della natura morta viene definitivamente separato da concetti religiosi e filosofici diventando soggetto artistico a tutti gli effetti per la prima volta da Caravaggio, quando nel 1596 dipinge il Canestro di frutta. Gli elementi della composizione non sono scelti per la loro bellezza perfetta e ideale, ma per la loro naturalità: ci sono parassiti, la mela è bacata, i fichi, troppo maturi. Ma è sicuramente nel corso del ‘900 che il ruolo del cibo nell’arte assume aspetti a dir poco sorprendenti.  Per tutto il ‘900, la natura morta si afferma come una delle principali forme di espressione nella multiformità e nella diversificazione delle arti visive (cubismo, fauvismo ed espressionismo) e ogni artista la utilizzerà per sperimentare le proprie ricerche. Principali pittori del ‘900 sono lo spagnolo Pablo Picasso e i francesi Henri Matisse, Georges Braque, Juan Gris, mentre in Italia, alla natura morta si dedicarono i pittori come Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis e Giorgio Morandi. Nel 1930, alla luce della diffusione delle avanguardie artistiche che investono tutti i settori della cultura, appare il “Manifesto della cucina futurista”, con il quale si ribalta la rappresentazione iconografica del cibo trasformandola in una parata spettacolare di forme e colori: ogni vivanda-scultura doveva avere delle forme plastiche originali in modo da fare venire l’acquolina in bocca allo spettatore a prima vista. Negli anni ‘60, in seguito al “Boom” economico, non ci si nutre solo di cibo ma anche di immagini e di pubblicità. È nell’ambito della Pop Art americana che la raffigurazione degli oggetti in particolare di tipo alimentare rivive nuovi splendori. Con gli artisti della Pop Art, il cibo non viene più rappresentato nella sua veste “naturalistica” ma piuttosto nella sua nuova veste “industriale”. Così, per Andy Warhol, la zuppa non è un piatto di brodo fumante ma una fredda lattina sulla quale compare la scritta piatta e colorata di una nota marca di prodotti in scatola. E per Claes Oldenburg i cibi sono tutti finti, o meglio, “rifatti”, ricostruiti in gesso o in gommapiuma e altri materiali sintetici. In Italia Piero Gilardi risponde pro­ponendo dei cibi morbidi che simpatizzano con quelli di Oldenburg, ma che spesso e volentieri “chiedono” di essere toccati dal pubblico. Espongono: Cinzia Bevilacqua, Salvatore Bonfiglio, Marco Bozzini, Pietro Brocchetta, Giancarlo Carena, Tiziana Di Fonzo, Simone Fratti, Paola Geranio, Giuseppe Grande, Valeria Grandi, Pier Giuseppe Nervetti, Sandro Ravetta, Alessandra Ubezio, Enzo Zanotti.    Info Graal Spazio Arte, Corso Garibaldi 28, 27100 Pavia 0382.060330, www.graalspazioarte.org, [email protected]

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