PER I «VECCHI» RESTAURATORI CORSIA SU MISURA

Redazione EosArte · December 19, 2012

 Via libera alle regole di transizione. Entro fine anno dovrà essere indetta una selezione pubblica per valutare titoli e attività dei candidati Sole24Ore, Antonello Cherchi - Nuovi criteri per l’accesso alla professione di restauratore. Li ha predisposti ieri il Parlamento, risolvendo (o così si spera) una querelle che andava avanti da anni e a cui dapprima aveva messo mano il ministero dei Beni culturali, ma senza riuscirci Nel settembre 2009, infatti, via del Collegio Romano aveva tentato di regolamentare la fase di transizione verso il nuovo profilo professionale - a cui dalla primavera 2009 si accede frequentando un corso articolato in 300 crediti formativi - ma alla fine aveva dovuto gettare la spugna. Il tentativo era stato quello di riconoscere la “patente” a quanti, negli anni precedenti al 2009, avevano conseguito un titolo di studio nel settore (per esempio, frequentando l’istituto statale del restauro) o avevano svolto la professione. Lo scoglio contro cui l’operazione ministeriale era naufragata era stato il tipo di documentazione da presentare per certificare l’attività svolta. Ora ci ritenta il Parlamento con un disegno di legge che ieri è stato approvato in sede legislativa dalla commissione Istruzione della Camera, dopo che a fine novembre era stato licenziato dal Senato. Si tratta sempre di una soluzione “ponte” - nel senso che è riservata a chi nel passato ha lavorato nel settore o ha ottenuto un titolo- che, però, per essere tradotta in pratica avrà bisogno di ulteriori atti ministeriali difficili da mettere a punto secondo la tempistica indicata dalla nuova legge. Basti pensare che entro fine anno il ministero dei Beni culturali dovrà predisporre le linee guida per procedere alla selezione pubblica dei titoli e degli attestati professionali presentati dagli aspiranti restauratori. E che la stessa selezione pubblica dovrà essere indetta entro il 31 dicembre (e andrà avanti fino a giugno 2015). Potrà ambire alla qualifica di restauratore chi raggiunge un punteggio di 300. Per esempio, il diploma conseguito presso una scuola di restauro statale (come l’Istituto per il restauro) vale - secondo una griglia messa a punto nella nuova legge - tutti i 300 punti. L’attestato di qualifica professionale rilasciato da una scuola di restauro regionale di punti ne vale 75 per ciascun annodi corso. Pertanto, chi si trova in quest’ultima situazione dovrà integrare il punteggio facendo, magari, valere l’attività professionale, che vale 37,50 punti per anno. Una volta conseguito il titolo, l’interessato potrà iscriversi in un elenco tenuto dal ministero dei Beni culturali. L’elenco sarà suddiviso per settori di competenza (per esempio: restauratore di materiali lapidei oppure di libri, ecc.) e si potrà essere iscritti in più settori La nuova legge dà anche la possibilità di diventare restauratore, previo superamento di un esame di idoneità, per chi oggi è collaboratore restauratore o di conseguire il titolo di collaboratore restauratore. Secondo il senatore Andrea Marcucci (Pd), primo firmatario della legge, si tratta di una riforma che interessa circa 20mila persone

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