di Rossana Soldano - ‘Ma come fa Monet a dipingere la temperatura?’, twitterava recentemente una mia amica. Si riferiva,in particolare a ‘La passeggiata’, opera in cui l’artista parigino ritrae sua moglie e suo figlio. I colori del cielo e toni caldi delle nuvole, insieme all’ombrellino da sole di Camille, lasciano immaginare un tepore primaverile. Ritrarre la temperatura per un pittore è come per uno scrittore raccontare il vento. Apparentemente impossibile. Ma poi l’arte si mette di mezzo con la sua forza evocativa, con i suoi trucchi. Un po’ di giallo a interrompere il cielo intorno alle nuvole, oppure fili d’aria che muovono tende ed eccoli qua, caldo e vento. E’ quasi magia. Come quando la musica ti fa viaggiare e ti porta, solo attraverso i suoni, in posti diversi, in momenti diversi. Lunedì 26 marzo alla Locanda Atlantide, durante il concerto del Quartetto Asì, viaggi se ne sono fatti molti, dall’America Latina al cuore della Roma trasteverina, dalla Puglia delle Tarantelle al cuore di una, o più donne. Come su un treno immaginario –partito in ritardo come quasi tutti i treni rispettabili- trascinato dalla potenza di certe melodie. Il quartetto, nato da un progetto del contrabbassista Ermanno Dodaro, è composto anche dalla batteria di Luca Caponi, dal piano di Arturo Valiante e il sax/flauto di Francesco Consaga ed è già al suo terzo album, l’ultimo dal titolo ‘Asì’ è edito da Jando Music in collaborazione con Via Veneto jazz , distribuzione EMI. Il concerto, una miscellanea di pezzi vecchi e nuovi, mischia anche jazz e suoni più morbidi, mediterranei, e melodie che richiamano non solo vari generi ma anche diverse tradizioni stilistiche. Dalla passionale ‘Mujer’ alla coinvolgente ‘Portrait’, passando per ‘Missing lady’, pezzo scritto da Consaga, che suggerisce splendidamente lo scorrere del tempo e tutto quello che ci passa in mezzo, la musica sembra suggerire paesaggi, volti, istantanee di posti che pensiamo di aver visto solo perché sono passati attraverso certe nostre percezioni. Potere del Villaggio Globale. Suggestioni musicali e visive che tornano anche quando ci si sposta in strade vicine a noi giusto il tempo di una passeggiata. ‘Piazza in Piscinula’, è un brano ispirato alla –e forse addirittura ambientato nella- piazza a un passo dal lungotevere degli Anguillara, scrigno di storie e curiosità (non molti sanno che in piazza in Piscinula c’è la chiesa –San Benedetto- col campanile più piccolo di Roma e pochi conoscono le storie torbide di Palazzo Mattei). Un posto vicino, un posto familiare. Un posto facile, dove l’evidenza del presente e le tracce del passato si mischiano anche in una melodia. Più difficile ma per questo più affasciante. Perché, a volte, raccontare ciò che possiamo vedere dalla finestra è un viaggio più lungo che scavalcare oceani.