Messaggero Veneto - Restauratori, la spunta Confartigianato sulle norme che regolamentano la professione. La VII Commissione del Senato, all’unanimità, ha infatti approvato il disegno di legge per l’acquisizione delle qualifiche professionali di restauratore dei beni culturali e di collaboratore restauratore di beni culturali introducendo una disciplina transitoria. Gli emendamenti apportati vanno a modificare il bando emanato dal ministero per i Beni culturali nel lontano settembre 2009, bloccato poi dallo stesso ministero nel 2011 a seguito delle proteste anche di Confartigianato. Le modifiche apportate in VII Commissione mantengono i due elenchi già previsti (restauratore beni culturali e collaboratore restauratore) considerando però due sistemi per conseguire la qualifica di restauratore dei beni culturali: la prima tramite l’esperienza professionale e di studio con l’acquisizione al 31.12 2012 di 300 crediti formativi con lavori già svolti e la seconda tramite un esame abilitante, di cui forme e modi saranno stabiliti dai successivi decreti attuativi. Viene confermata l’acquisizione ope legis della qualifica per chi ha frequentato l’istituto centrale per il restauro di Roma o l’Opificio delle Pietre dure di Firenze. L’impegno di Confartigianato ha permesso la riconsiderazione dei periodi temporali per il riconoscimento dei requisiti professionali permettendo a una più amplia platea di essere ufficialmente riconosciuta.