La tecnica Raku esalta l’armonia e la bellezza presenti nelle piccole cose, in sintonia con lo spirito zen. Il termine (rilassato, piacevole, che esprime gioia di vivere) trae origine dall’attività del coreano Chojiro, che per primo affinò la tecnica, sviluppandola dalla produzione di tegole a quella di ciotole per la cerimonia del tè. Dal XVIII secolo il Raku si diffonde oltre i confini giapponesi divenendo una produzione molto ricercata di elevato valore artistico. Ugo Ferrero ha adottato da anni l’antica tecnica del Raku in un’accezione del tutto innovativa e personale in cui non compare, nelle opere, il colore ma una patinatura di cera d’api che conserva il pigmento originario dell’argilla. In luogo dell’antica produzione di oggetti di uso quotidiano (cerimonia del tè), questo poliedrico ed originale artista ha scelto il Raku per realizzare sculture, rappresentazioni di concetti astratti, forme che sono simboli e concetti, incarnazioni della natura e dell’armonia. Con questo spirito, nella mostra l’artista presenta un trittico di opere sul tema della Saggezza, Forza e Bellezza. Le tre sculture, poste su supporti rotanti, grazie ad un sofisticato sistema d’illuminazione, proiettano le loro ombre nell’abside della ex chiesa di Santa Rita, coinvolgendo emotivamente il visitatore in maniera assolutamente particolare e unica, tale da far scaturire un dialogo-confronto aperto e accattivante tra opere e visitatore. Giuseppe Ussani d’Escobar, curatore della mostra, afferma: “La Bellezza e la Forza si uniscono ad indicare la via della Saggezza. La Forza è la capacità di costruire con tenacia e pazienza un progetto di vita, ma deve essere temperata dalla Bellezza per non sfociare nel disordine e nella confusione. Dall’unione di Forza e Bellezza scaturisce Amore, la speranza della vita, il nascere o il rinascere quale uomo nuovo che può vincere la guerra contro la parte oscura della sua anima ed andare verso la luce della sapienza, della Saggezza che illumina la mente ed il cuore”. Le nicchie laterali della sala ospitano opere ispirate al Carmelo Bene di “Nostra Signora dei Turchi” ed altre della serie “Biografismi” con cui l’artista cerca di decifrare tracce e segni nella vita di personalità artistiche che hanno rappresentato punti fermi della cultura internazionale. Il curatore, inoltre, sostiene, riferendosi alla Bellezza: “Bellezza è una Venere sconvolta dal cattivo gusto, dalla mediocrità e dalle meschinità della società attuale, attorcigliata su se stessa in un delirio narcisistico privo di qualsiasi senso poiché tutto è crollato: viviamo tra le macerie e continuiamo ad ostinarci a riflettere le nostre sembianze in uno specchio deformante. Venere emette un urlo, potente, che tutti possiamo ascoltare con il cuore immerso nella coscienza, ponendo il cuore stesso al centro della nostra vita. Un urlo diverso da quello di Munch; l’urlo della Bellezza di Ferrero è gravido di stupore, è disponibile a consegnarsi ad un abbraccio vivificatore, al contatto fisico, mentre quello di Munch è l’angoscia della solitudine, alla vigilia dell’Apocalisse”. L’iniziativa - promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale - è a cura di Giuseppe Ussani d’Escobar ed è organizzata da Sphaerica, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. Visual Luca Ruzza Mario Cristofaro / OpenLab Company . Ugo Ferrero nasce a Roma nel 1955 dove vive e lavora. Molto giovane inizia a scrivere poesia e pubblica la sua prima raccolta “Mizar” seguita da “Testacoda” che è anche il nome della galleria che apre a Roma nei primi anni settanta, dove presenta installazioni, sculture, quadri realizzati ad inchiostro di china ed il busto di Tristan Corbière, il primo artista del suo progetto dedicato ai Poeti Maledetti. Prima e dopo la laurea in Sociologia della Comunicazione, continua a scrivere poesie (alcune pubblicate su “Nuovi Argomenti”, rivista letteraria della Garzanti), racconti, brevi romanzi e testi per canzoni. Produce diversi musicisti e dirige un’agenzia di pubblicità con particolare attenzione alla metodologia Psicolinguistica applicata al Marketing: su questo tema ha di recente pubblicato il volume “Emotional Assets”. A metà degli anni 90 riprende la produzione di sculture e completa il ciclo dedicato ai Poeti Maledetti, secondo la stesura definitiva tracciata da Paul Verlaine nella sua celebre antologia. A questa produzione si aggiungono altri hommages a poeti e scrittori che l’artista considera nodali per la cultura nazionale ed internazionale. Una stele dell’artista, la Stele dell’Uovo, realizzata in marmo di Carrara, dell’altezza di 4 metri, è stata posata nel novembre del 2006 presso l’ingresso del quartiere fieristico di Losanna. Fa parte del progetto “Ciò che non sapremo mai di noi stessi” l’installazione di un trittico realizzata in fusioni in bronzo rotanti: gli originali, realizzati in raku, anch’essi montati su supporti rotanti, posizionati davanti ad una grande tela monocromatica, sono diventati nel luglio 2008 patrimonio del Museo di Arte Moderna e Contemporanea della Fondazione Orestiadi, Gibellina. Dal 12 giugno al 15 luglio 2012 sarà possibile vedere la personale “I sogni di Don Chisciotte” di Ugo Ferrero, a cura di Giuseppe Ussani d’Escobar, presso l’Istituto Cervantes, Via di villa Albani 16, Roma. Sala Santa Rita | 15 giugno - 6 luglio 2012 INAUGURAZIONE 14 GIUGNO ORE 18.30 via Montanara (adiacenze piazza Campitelli). Orario di apertura: Mar-Sab ore 11.00-19.00; chiuso domenica e lunedì. Ingresso libero www.salasantarita.culturaroma.it http://salasantarita.wordpress.com; 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 21.00) Sponsor di Sala Santa Rita Banche Tesoriere di Roma Capitale: BNL - gruppo BNP Paribas, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena Ufficio stampa Zetema Progetto Cultura: Gabriella Gnetti 0682077305 (348 2696259) [email protected]