Trieste, “In love with clay”

Redazione EosArte · October 13, 2015

Dal 17 ottobre 2015 al 29 gennaio 2016, DoubleRoom arti visive, via Canova 9, Trieste, “IN LOVE WITH CLAY”vita di Fiore de Henriquez a cura di Massimo Premuda e Dinah Voisin, testi di Roberto Benedetti e Valentina Fogher in collaborazione con l’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta (Lucca), nell’ambito di Varcare la frontiera (identità #3), promosso da Cizerouno e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, opening venerdì 16 ottobre, ore 18.30         Venerdì 16 ottobre alle ore 18.30, al DoubleRoom arti visive di via Canova 9 a Trieste, nell’ambito del progetto multidisciplinare Varcare la frontiera (identità #3), promosso dall’associazione Cizerouno e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, inaugura In love with clay (Innamorata della creta), un’ampia mostra fotografica dedicata alla vita della grande scultrice Fiore de Henriquez (Trieste, 1921 - Peralta, 2004) a 11 anni dalla scomparsa. La de Henriquez, sorella di Diego, eccentrico collezionista di cimeli di guerra, a cui la città di Trieste ha dedicato l’omonimo Civico Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez”, di recente riapertura, ha avuto una vita straordinaria divisa fra Italia, Inghilterra e Stati Uniti, conoscendo alcuni fra i più importanti personaggi del jet set angloamericano e incarnando tutte le contraddizioni del ’900, inclusa una natura sessuale ermafrodita che le ha fatto travalicare con disinvoltura i classici ruoli di genere. L’esposizione, curata da Massimo Premuda e Dinah Voisin, e organizzata in collaborazione con l’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta (Lucca), intende ripercorrere la vita di questa stupefacente autrice attraverso 4 sezioni tematiche che riassumono il suo periodo triestino, i celebri ritratti dei personaggi del jet set internazionale, il suo studio londinese, una vera e propria wunderkammer vittoriana a Cadogan Square, e infine una sezione dedicata ai ritratti fotografici che la immortalano mentre lavora, nelle situazioni pubbliche, ma anche nella vita privata. La mostra è corredata anche dal libro-intervista Art & Androgyny: the life of sculptor Fiore de Henriquez di Jan Marsh, e dai testi critici di Valentina Fogher del Museo dei Bozzetti di Pietrasanta (Lucca), e di Roberto Benedetti, che contestualizza la sua opera nell’ambito della scena artistica triestina e in particolare racconta la sua amicizia con l’artista Maria Lupieri (si ringrazia Fulvia Lupieri per i materiali d’archivio). Presenta infine alcune significative sculture e gli esaustivi documentari Magnum Opus - Sculptor Fiore de Henriquez and her Tuscan hillside village di Charles Mapleston, FIORE di John Tully e Fiore about her life and work, as told by people she knew di Richard Whymark, proiettati tutti in anteprima assoluta a Peralta lo scorso anno; i primi due, entrambi sottotitolati in italiano, verranno presentati da Mila Lazić dell’associazione Anno Uno lunedì 19 ottobre alle 20.30 al Cinema Teatro dei Fabbri di Isidoro Brizzi. Seguiranno, nel corso della mostra, incontri di approfondimento con Dinah Voisin dell’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta, Valentina Fogher e Roberto Benedetti, nonché la proiezione del documentario di Whymark sottotitolato sempre al Cinema dei Fabbri e un appuntamento specifico sul tema dell’ermafroditismo e intersessualità. Fiore de Henriquez è nata intersessuale con organi genitali doppi, e si dichiarò “orgogliosa di essere ermafrodita” e di essere “due persone all’interno di un corpo solo”. Ha avuto una breve relazione con il pittore tedesco Kurt Kramer nel 1940, ma le sue relazioni affettive e sessuali erano principalmente con le donne. La scultrice colpiva per un insolito modo di vestire; nei suoi diari infatti, Christopher Isherwood la descrive dicendo che sembrava “vestita come un contadino della Cavalleria Rusticana mentre proclama di amare la vita.” L’identità di genere della de Henriquez si rifletteva molto anche nel suo lavoro, soprattutto per i motivi ricorrenti di teste accoppiate, di figure siamesi e di creature mitologiche ambigue. Gran parte del suo lavoro iniziale era primitivista, mentre dai primi anni 1960, la sua amicizia con lo scultore cubista Jacques Lipchitz la incoraggiò a sperimentare forme più libere.                Cinema Teatro dei Fabbri, via dei Fabbri 2/a, Trieste proiezione lunedì 19 ottobre, ore 20.30 Peralta, il capolavoro di Fiore presentazioni a cura di Mila Lazić, associazione Anno Uno Magnum Opus - Sculptor Fiore de Henriquez and her Tuscan hillside village di Charles Mapleston riprese 1975-78, montaggio 2014-15, UK, 92’, v.o. sott.it. FIORE di John Tully 1981, UK, 32′, v.o. sott.it. La straordinaria vita dell’artista triestina Fiore de Henriquez (1921-2004), ma anche uno spaccato dell’Italia degli anni ‘70 e ‘80, vengono raccontati in due significativi documentari dei registi inglesi Charles Mapleston e John Tully. Entrambi i film sono stati girati a Peralta (Lucca), paesino toscano in rovina che la scultrice ha acquistato nel 1966, restaurato completamente e infine trasformato in colonia per artisti.

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