Corriere Fiorentino 7/2/2013, Chiara Dino - Un operaio inciampa, il canniccio cede. Natali: danni lievi. Sicurezza, indagano i carabinieri È successo tutto in un attimo, intorno alle 11 di ieri mattina mentre, ironia della sorte, noi eravamo lì, dentro la Galleria degli Uffizi con il direttore Antonio Natali. È successo che mentre noi visitavamo alcune sale del museo una porzione di affresco del primo corridoio degli Uffizi, fra la quindicesima e la sedicesima campata, è caduta giù dal tetto lasciando un buco di 30 centimetri di diametro. Ad esser stata danneggiata è una figurina allegorica femminile affrescata in cima al corridoio che è piombata a terra e si è ridotta in piccoli frammenti lasciando intravedere il cannicciato sottostante. I frammenti sono caduti davanti a una statua del secondo secolo d.C. che raffigura un Satiro con pantera e a una copia dell’Eleonora di Toledo e del figlio Giovanni del Bronzino: le due opere non sono state danneggiate e i lavori di ricostruzione del «puzzle» venuto giù sono iniziati già in mattinata. La restauratrice, Laura Lucioli, prevede di finire entro 10 giorni. Fin qui i fatti, chiarissimi. Meno chiara è la dinamica dell’incidente: il crollo è stato causato da un movimento maldestro di un operaio della Cooplat, la ditta che si occupa della manutenzione ordinaria e della pulizia degli Uffizi, che stava facendo un sopralluogo nel sottotetto della Galleria per verificare lo stato dei percorsi di accesso ai lucernari. Pare, almeno così hanno scritto in una relazione i tecnici della Cooplat, che, al momento dell’incidente, l’operaio si stava avvicinando ai lucernari camminando sopra una passerella in ferro posta lì proprio per impedire di gravare col peso sul quel tratto di soffitto, e che in corrispondenza del pezzo di affresco crollato sia inciampato e abbia poggiato il piede sopra il cannicciato. Un incidente, insomma, «l’imponderabile, come quando cade un aereo» dicono dagli Uffizi. Di più, perché in una nota diramata dalla direzione della Cooplat, sta scritto che l’operaio «disponeva della prevista e completa dotazione dei sistemi di sicurezza e che non si è verificata nessuna conseguenza fisica per lui». L’operaio, abbiamo saputo, era dotato di caschetto e scarpe antiscivolo. Ma sembra non fosse imbracato. Anche se, pare, che in un intervento di questo tipo l’imbracatura non è prevista. Pare. Ecco perché già ieri in Galleria c’è stato un sopralluogo dei carabinieri della stazione degli Uffizi e di quelli del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico che oggi proseguiranno le loro indagini. L’obiettivo è capire quali erano le mansioni dell’operaio che ha avuto l’incidente, se lavorava negli orari previsti dal contratto e se era in sicurezza. Che la notizia facesse il giro del mondo era prevedibile quello che era meno prevedibile «è che fosse utilizzata a fini elettorali» commenta Natali. Dichiarazioni al vetriolo sono arrivate dal senatore Andrea Marcucci del Pd: «La caduta di un pezzo di affresco dagli Uffizi è una perfetta metafora sullo stato di abbandono dei beni culturali in Italia» e da Manuela Ghizzoni, presidente della commissione Cultura della Camera, anche lei del Pd che ha addirittura paragonato il fatto di ieri ai crolli di Pompei. «Una cosa che si commenta da sé - dice Natali - io posso mettere la mano sul fuoco sulla serietà delle persone che lavorano per noi. Questo è stato un incidente di percorso che nulla ha a che vedere con la qualità degli interventi di restauro fatti negli anni qui agli Uffizi. Su quegli affreschi si è intervenuti intorno al 2006 e al meglio».