di Lucrezia Alessia Ricciardi - Cantiere dal 2001, ex fabbrica Peroni. 4.350 mq di esposizione. 20 mila euro di spesa totale. Questi sono i dati fondamentali del Macro, il museo che oggi ha presentato la sua forma definitiva con l’ampliamento progettato dall’architetto francese Odile Decq, romana per vocazione e adozione, uno spazio che non solo completa la superficie espositiva del museo sapientemente diretto da Luca Massimo Barbero, non solo si integra con la vecchia costruzione preesistente, ma si dona alla città e vuole essere usufruito dai suoi abitanti, con una serie di servizi - ristorante, parcheggio, libreria - che resteranno aperti al pubblico anche nelle ore serali. Il Macro, con le nuove acquisizioni di opere, l’espansione e la definitiva collocazione della collezione permanente, si afferma accanto al MAXXI e al Palazzo delle Esposizioni come il terzo polo dell’arte contemporanea. La definitiva apertura dà anche nuovi impulsi per un 2011 che si prospetta già denso di appuntamenti.
Lo spazio progettato da Odile Decq è un intreccio di vetro, metallo e rosso. La sala conferenze, posta al centro della nuova struttura, sembra un grande cuore pulsante, centro da cui si irradiano corridoi sospesi che, come vene, portano i visitatori sulle terrazze da cui si può vedere la “vecchia” entrata di Via Reggio Emilia con l’installazione di Daniel Buren, presentata a marzo dello scorso anno, e tutto intorno le case che avvolgono il nuovo futuristico spazio. L’emozione che oggi traspariva dalle parole del Direttore è lo stesso che gli spettatori provano salendo sopra la sala stampa, sulla “terrazza interna”, sempre rossa, con una particolarissima opera di Nick Cave. Si riflette anche nella luce che entra dalle finestre che dominano il soffitto, che si infrange sui montanti, sui vetri delle barriere che delimitano le passerelle.
Oltre l’architettura, oggi, c’è stata anche la presentazione dell’opera vincitrice del premio Enel Contemporanea, giunto alla quarta edizione, ossia l’opera del duo Olandese Bik Van der Pol, una casa di farfalle, 24° e tanta umidità, dove le farfalle vivono, nascono, si nutrono, accudite da persone che spiegano agli stupiti visitatori, la vita di questi insetti che non si trovano nella nostra natura. “Are you really sure that a floor can’t also be a ceiling?” il titolo dell’opera, pensata per questi ampi spazi del Macro, premiata da un comitato scientifico di curatori e critici lo scorso marzo, che è anche un segno tangibile della partnership che dallo scorso anno lega Enel e Macro. Opera che, proprio per la sua composizione così particolare, viva, dove nascita e morte convivono e le larve sono visibili a occhio nudo, cerca di sensibilizzare lo spettatore a un comportamento eco-sostenibile.
La visita al nuovo padiglione del Macro sarà possibile dal 5 dicembre 2010 dalle 11:00 alle 22:00, dal nuovo ingresso di via Nizza (angolo via Cagliari). Il 4 dicembre però, è prevista una visita esclusivamente prenotabile on-line (www.macroeventi.org), gratuitamente. La città non aspettava altro. Finalmente anche Roma è entrata nell’arte del XXI secolo.