Milano. Inaugurata la mostra di Wilhelm Von Gloeden. Pace tra sindaco e assessore

Cosa abbia dissuaso il sindaco di Milano, Letizia Moratti, dal chiedere le dimissioni di Vittorio Sgarbi da assessore alla cultura ancora non è chiaro.
di Francesca Guerisoli

Fatto sta che mentre venerdì scorso sulle prime pagine di cronaca delle edizioni milanesi dei quotidiani tuonavano titoli che portavano a presagire una quasi certa squalifica dell’assessore (la Repubblica: “Moratti saluta Sgarbi assessore”; Corriere della Sera: “La cultura? Da Sgarbi mi aspettavo di più”), le cose tra i due sono state chiarite, e Sgarbi non ha perso il posto.
Sul motivo del diverbio, le tre mostre fotografiche che l’assessore ha proposto -Wilhelm von Gloeden, Joel Peter Witkin e Jan Saudek-, la Moratti e Sgarbi hanno infatti trovato un accordo. Mentre Von Gloeden ha inaugurato il 23 gennaio a Palazzo della Ragione (non a caso la stessa sede che fu prevista per “Vade Retro. Arte e omosessualità”, che sarebbe dovuta iniziare proprio con le opere di Von Gloeden), le altre due mostre si terranno, con qualche “aggiustamento”, al PAC e non più a Palazzo Reale, dato che quest’ultimo è la sede che la Moratti esige sia adeguata a tutte le tipologie di pubblico.
In questi giorni una domanda è sorta spontanea: come può il sindaco accorgersi quale sia il tipo di fotografia che caratterizza i tre fotografi solo a pochi giorni dalle inaugurazioni delle loro mostre? E comunque, a quale titolo può censurare artisti di fama internazionale? Su questo, Sgarbi sembra avere perfettamente ragione, dichiarando che “entrare nel merito delle opere di un artista fa venire in mente l’accusa di arte degenerata lanciata da Hitler” (da M. Giannattanasio, Corriere della Sera-Milano, 19/01/08). Tanto più che la mostra di Von Gloeden è curata dal rinomato critico e storico della fotografia Italo Zannier, il quale sostiene che si tratta di uno stereotipo annoverare le fotografie di Von Gloeden tra le fotografie pornografiche, che semmai si potrebbero definire naïf.
Inoltre delle 150 fotografie del tedesco Von Gloeden (Schloss Volkshagen 1856 – Taormina 1931) in mostra al Palazzo della Ragione, una parte proviene proprio dall’Archivio Civico Fotografico del Castello Sforzesco di Milano, che nel 2005 le ha acquistate ed ora si presta a studiarle.
Se il corpo centrale dei lavori di Von Gloeden è composto dalle fotografie più conosciute del barone tedesco, ovvero giovani in pose classicheggianti ritratti nudi o vestiti alla greca, con forti allusioni erotiche, in cui centrale è il tema del mito, del sogno, di una realtà trasfigurata (come fa negli anni settanta -ricorda l’assessore- Ontani con i suoi travestimenti), vi sono in mostra anche immagini meno conosciute del fotografo: paesaggi siciliani, personaggi in costume folkloristico, autoritratti, contadini al lavoro, donne, ed il reportage che documenta gli effetti del terremoto di Messina del 1908. E’ la vita in una Taormina che si fa terra di mito, che Von Gloeden scopre in seguito al Grand Tour e dove si stabilisce e fa della sua casa con giardino il suo atelier fotografico.
Dopo la vicenda che ha coinvolto Moratti e Sgarbi, è molto interessante ricordare la vicenda giudiziaria riguardo al fondo di Von Gloeden. L’assistente e compagno di Von Gloeden, Pancrazio Bucini, l’anno della sua morte riceve dalla sorellastra di Von Gloeden tutti i diritti di proprietà e di utilizzo delle sue immagini. Nel 1933 Bucini subisce il parziale sequestro dei materiali dell’archivio von Gloeden con l’accusa di detenzione e commercializzazione di soggetti pornografici. Ma nel 1941 il Tribunale di Messina lo assolve, riconoscendo il valore artistico e non pornografico dell’opera di von Gloeden. Siamo nel 2008 e la situazione, in una Milano che si presenta come la città più moderna d’Italia e al passo con le grandi città europee, purtroppo presenta diverse analogie.
Wilhelm von Gloeden. Fotografie. Nudi, paesaggi, scene di genere |fino al 24 marzo 2008 | Palazzo della Ragione – Piazza Mercanti, Milano | Orari: lunedì 14.30 – 19.30, martedì – domenica 9.30 – 19.30, giovedì 9.30 – 22.30 | Biglietti: Euro 7 intero; Euro 5 ridotto.
Catalogo a cura di Italo Zannier, pubblicato da Alinari 24 ORE.
di Francesca Guerisoli
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