Com’è possibile che in Italia l’impegno e il merito non paghino mai? Sono sempre di più quelli che si ritrovano nella storia di Luca

 Di M. P. –
Su informarezzo.com, sito coraggioso e in ascesa, si racconta la storia di Luca, aretino, disoccupato, che Maria Stella Gelmini  premierà come “docente dell’anno” ma che è precario e quindi licenziato.
Storia emblematica, per tutto simile a quella degli “sfigati ” che fanno parte del popolo dell’arte: artisti, galleristi, restauratori, conservatori di beni culturali, antiquari, storici dell’arte, critici, ricercatori, mercanti d’arte, espositori di fiere, creativi di ogni tipo, allestitori etc… Tutti eternamente precari, tranne pochissimi fortunati ed incostante diminuzione,  sempre indicati come “quelli che meritano attenzione e rispetto“, quelli che sono “il fiore all’occhiello di questo paese“, ma anche quelli che “grazie, ma purtroppo…”
Luca è  il “docente dell’anno” ed il ministro lo premierà in quanto tale, peccato però che lo scorso 30 giugno lo abbiano licenziato, come capita ogni anno a migliaia di docenti.
E’ storia vera, quella del professore di scuola media Luca Piergiovanni,37 anni aretino di nascita. Luca è il migliore docente dell’anno: un riconoscimento ambito, che farebbe saltare di gioia qualunque insegnante.
Però succede anche, in questa storia italiana, che un’eccellenza della nostra scuola come Luca venga lasciata a casa. Disoccupato. Perchè è giovane, bravo, laureato con lode, stimato dai suoi alunni, ma precario.
Premiato perchè ha introdotto l’innovazione tecnologica nella sua scuola, insegnando ai suoi ragazzi ad avere dimestichezza col pc. Ma nel contempo Luca è a casa, costretto, per la quinta volta, ad iscriversi al centro dell’impiego di Como, dove si è trasferito a causa del suo lavoro.
L’appartamento dove vive in affitto a 400 euro al mese (spese e bollette escluse), è decisamente tetro.
«Vivo qui da cinque anni, ma sono sempre sul punto di traslocare – spiega Luca, sfoderando un fortissimo accento aretino – . Il mio posto è stato tagliato e a settembre non so se potrò insegnare e nemmeno dove mi spediranno». Originario di Arezzo, laureato con 110 e lode in Lettere a Perugia, Luca aveva tentato la carriera accademica. «Dopo due pubblicazioni scientifiche, tante pacche d’incoraggiamento e tre anni di tira e molla, ho deciso di frequentare i corsi di abilitazione all’insegnamento – ricorda -. Ad Arezzo trovare un posto è impossibile. Nemmeno una supplenza.
Alle aziende private fortunatamente è vietato reiterare continuamente i contratti a termine, ma allo stato no.
 “Non sono un martire del lavoro – dice Luca intervistato dalla Stampa -. Ma quando sento parlare di fannulloni mi viene da piangere. Ci chiamano ragazzi, ma mi sembra giusto che a 37 anni uno possa pensare di crearsi una famiglia”. Il premio gli verrà consegnato da Mariastella Gelmini e lui in quell’occasione ha intenzione di rivolgere al ministro dell’Istruzione una domanda:  “Com’è possibile che in Italia l’impegno e il merito non paghino mai?”.
Una parola su informarezzo.com, sito da frequentare, che non parla solo di questa città, ma quando lo fa è decisamente documentato ed attendibile.


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