Finanza e Mercati –
A Milano apre il Museo del Novecento per un giro d’affari di 8 milioni di euro l’anno tra ricettività, ristorazione, shopping e trasporti. E in meno di quattro anni le ricadute sul territorio compenseranno le spese sostenute. La stima realizzata dall’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese, Istat, Inlet, Ciset, Excelsior, Fipe-Confcommercio, Mercury, riaccende i riflettori sul valore dei beni culturali italiani.
L’apertura di un nuovo museo nel capoluogo milanese, oltre al valore cultura, rappresenta una infrastruttura in grado di sviluppare economie dirette, indirette e di brand. Ma il complesso della Villa Reale e del Parco di Monza, con la sua storia centenaria, se ristrutturato e valorizzato appieno, può consentire una ricaduta economica legata all’industria dell’accoglienza pari a 70 milioni di l’anno, quasi 9 volte di più rispetto a un nuovo museo.
Più in generale il patrimonio artistico culturale fa da traino al sistema Paese: basti pensare che il valore del brand dei monumenti italiani è stimato in oltre 600 miliardi di euro. Un valore che non riguarda solo il patrimonio tangibile, ma è legato all’immagine, al brand e alla visibilità del marchio e che ricade direttamente sulla competitività del sistema Paese.
Per esempio, in tema di musei, gli Uffizi raggiungono i 12 miliardi di euro, fino ad arrivare ai 90 miliardi dei musei Vaticani” «I beni culturali – spiega Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza — rappresentano un valore per sistemaPaese. L’immenso patrimonio artistico di cui disponiamo oltre a essere un valore culturale, è anche un valore economico capace di generare lavoro e impresa”. Il brand culturale, legato ai monumenti e alle eccellenze del nostro territorio, si riversa anche nell’impresa diffusa in termini d’indotto».
Quel patrimonio d’arte che vale 600 mld
—
da
Lascia un commento