“BASTA MERCATI? INCOMPRENSIBILE”

 Confesercenti boccia la proposta del Ministero. Guaitoli sulla salvaguardia degli edifici: «Una disposizione miope»
Gazzetta di Modena, 30 ottobre 2012 –
«Una direttiva miope, che ignora il valore storico, culturale e sociale dei mercati per le città italiane, e che rischia di distruggerli senza tutelare veramente i beni architettonici e paesaggistici del nostro paese, per giunta ignorando totalmente la presenza dell’abusivismo che avrà mano libera una volta spariti gli operatori legittimi». E’ questo il giudizio del Presidente di Anva Confesercenti Modena Alberto Guaitoli relativo alla “Direttiva sul decoro”, firmata nei giorni scorsi dal Ministro peri beni Culturali Lorenzo Ornaghi.
«Il prowedimento- spiega Guaitoli – dovrebbe proteggere le aree pubbliche di particolare valore culturale. Invece, la norma si estende a tutte “le piazze, vie, strade e altri spazi urbani”, considerando di interesse artistico o semplicemente storico quanto appartiene a soggetti pubblici ed è stato realizzato negli ultimi 70 anni. Un limite temporale che, per le città italiane ricche di centri storici, è semplicemente grottesco, e che potrebbe portare alla scomparsa dei mercati da molte aree urbane della nostra provincia, senza peraltro garantire davvero la tutela di quel patrimonio che si vorrebbe in teoria difendere». «Se questo è l’obiettivo, ci sembra incredibilmente miope sia sul fronte sociale sia sul fronte economico.
I mercati e le attività degli ambulanti rendono vivi e sicuri i nostri paesi e le nostre città, e sono da centinaia di anni centri di aggregazione sociali di primaria importanza per gli italiani». Solo considerando i centri storici a livello nazionale, il provvedimento andrebbe a toccare 1150% delle imprese ambulanti che operano regolarmente sul territorio, su un totale di 178mila che danno occupazione a più di 260mi1a lavoratori. Per un settore che vale circa 15 miliardi di euro in Italia, l’applicazione della direttiva Ornaghi non solo danneggerebbe questo sistema ma metterebbe a rischio il posto di lavoro di oltre 100mila persone.


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