IN HOC SIGNO VINCES, AREZZO, BASILICA DI SAN FRANCESCO

di PierLuigi Massimo Puglisi –
Senza clamori e con raffinatezza una mostra fuori dell’ottica dei grandi eventi mediatici espone ad Arezzo per la conclusione dell’anno costantiniano una serie di rarità, alcune delle quali in relazione estremamente diretta con la città, e mai esposte prima agli aretini.
Non casualmente due manoscritti in pergamena e un incunabolo in volgare, sono esposti all’ingresso della basilica di san Francesco, universalmente nota per il ciclo di affreschi di Piero della Francesca, con un allestimento che invita l’occhio a guardare in fondo, quasi che il ciclo rappresenti la conclusione di un percorso storico ancora attuale, ove, illuminato a parte, appare il protagonista, Costantino, raffigurato da Piero nel suo sogno premonitore, decisivo, la notte prima della battaglia del grande cambiamento, vegliato da due armigeri, fra ragione e inconscio, che determinò la svolta storica, 1700 anni fa, della grande tolleranza.
All’ingresso Elena , madre di Costantino, seduta e pensosa, scultura romana in marmo pentelico del IV secolo, ovviamente con ben leggibili restauri, proveniente dal Museo degli Uffizi. A destra, di fronte alla scultura il testo che è il fondamento del ciclo pierfrancescano, la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, manoscritto menbranaceo vergato fra il 1292 e il 1298 appartenente alla Biblioteca Ambrosiana,  uno degli esemplari più antichi sopravvissuti, redatto con l’autore, Jacopo, ancora vivente.
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Una rarità assoluta per la città di Arezzo, in cui il manoscritto all’origine del ciclo di Piero non era mai stato esposto. Qualsiasi aretino e qualsiasi cultore d’arte già ringrazierebbe grato , ma l’occhio del bibliofilo viene ancora di più saziato da un incunabolo, questa volta in volgare, il più antico che si conosca (del 1475, Venezia per Nicolas Janson, in folio grande) della Leggenda.
Quando l’incunabolo fu edito Piero è ancora vivente e il Ciclo in san Francesco ultimato da circa 10 anni, ma  mentre ci lavorava , in due tempi fra il 1452 e il 1466 , una copia del manoscritto in pergamena è stato la fonte della sua interpretazione ed era stato vergato poco più di sei generazioni prima, da circa 150 anni .
C’è da credere che la versione pittorica, di Piero innesti un meccanismo di divulgazione in volgare della leggenda, che appunto esce nel 1475, sia quasi un riconoscimento per l’artista ancora vivente.
A suggello della Mostra, viene illustrato, all’interno di un evocativo padiglione, la leggenda della miracolosa guarigione di Costantino colpito dalla lebbra, a seguito del battesimo ricevuto da papa Silvestro per intercessione dei SS. Pietro e Paolo apparsi in sogno all’imperatore. Questo filone della Leggenda, narrato nel filmato, è scolpito sull’architrave della chiesa di San Silvestro in Pisa, oggi conservato nel Museo Nazionale di San Matteo.
   
Al termine del percorso, rivolti verso gli affreschi della Cappella Bacci di Piero della Francesca, troviamo ai due lati dell’uscita dal padiglione, la predella della tavola con la Deposizione, opera di Luca Signorelli del 1516 , raffigurante episodi della Leggenda della Vera Croce proveniente dalla chiesa della Croce a Umbertide, e la tavola di Luca di Paolo da Matelica, già nella chiesa della Croce a Matelica, oggi nel Museo Piersanti, con altri episodi della Leggenda.  Quest’opera, al termine della mostra, sarà studiata e restaurata in sinergia con la Soprintendenza di Urbino.
 
Tutto qui, e non è poco, a meno che non siate abituati alle mostre/monstre, eclatanti eventi che spesso lasciano meno di quello che costano, che qualche volta fanno turismo almeno nelle intenzioni, ma qualche volta no. Tutto qui, con molti sforzi e pochi mezzi, più cultura che clamore mediatico. Personalmente preferisco questa strada, specialmente di questi tempi.
L’obiettivo della mostra, articolata nel corso del 2013 in varie sessioni, è stato quello di presentare significative opere d’Arte e di Fede e, attraverso esse, informare e stimolare il grande pubblico ad approfondire temi correlati alle vicende storiche del primo imperatore cristiano Costantino e di sua madre Elena
A chiusura dunque dell’Anno Costantiniano e della Fede, la Soprintendenza di Arezzo presenta l’ultima sezione della Mostra IN HOC SIGNO VINCES, aperta il 20 dicembre dello scorso anno con l’esposizione della preziosa tavoletta d’avorio del X secolo con la Reliquia della Croce Santa, portata da frate Elia dall’Oriente a Cortona intorno al 1240. E’ seguita l’esposizione di un grande dipinto a tempera su cartone per arazzo, opera di Pietro da Cortona, raffigurante Costantino che atterra gli idoli, proveniente dalla Galleria Barberini di Roma.
Basilica di San Francesco
Arezzo, 20 dicembre 2013 – 12 Marzo 2014
IN HOC SIGNO VINCES – 1700 anni dalla battaglia di Ponte Milvio e dall’Editto di Milano (312-313 d.C.)
Mostra organizzata da: Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici, Etnoantropologici di
Arezzo
Coordinamento generale: Agostino Bureca
Mostra a cura di: Agostino Bureca, Paola Refice
Comitato scientifico: Simone Allegria, Gabriele Barucca, Sabina Biocco, Agostino Bureca, Don Ubaldo Claudio Cortoni, Fabio De Chirico, Giovanni Paolo Maggioni, Dario Matteoni, Fabrizio Paolucci, Roberta Porfiri, Paola Refice, Rosaria Valazzi
Restauri: Rachele Cardaropoli, Rossella Cavigli, Paola Passalacqua, Andrea Gori con la collaborazione di Marco Santi
Multimediali in mostra a cura di: Alessandro Benci
Progetto grafico e fotografie: Alessandro Benci
Progetto dell’allestimento: Andrea Gori
Segreteria tecnica/organizzativa: Elvira Raponsoli
Impianti elettrici: Paolo Mirizio
Comunicazione: Alessandro Benci, Donatella Grifo, Francesca Lo Presti
Organizzazione Economica e Amministrativa: Cristina Fontani, Sandra Melani
Conservatore del sito monumentale e preposto alla sicurezza: Mariella Sancarlo
Accoglienza e vigilanza: Personale della Soprintendenza B.A.P.S.A.E. di Arezzo
Trasporti
ARTERIA; Moreno Daveri
Realizzazione allestimento:
ABB di Bruno Bruschini – Ponte a Poppi – AR
Biglietteria
M.O.S.A.I.C.O. s.r.l. – Via Pian di Sco 62/B – Roma
Elenco dei prestatori:
Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano; Comunità dei Frati Minori Conventuali di Arezzo; Comunità Monastica di Camaldoli
(AR); Comune di Umbertide (PG); Museo Piersanti di Matelica (MC); Museo degli Uffizi, Firenze.


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