di PierLuigi Massimo Puglisi –
Se l’aereoplanino giallo di un bambino vola nel corridoio della Laurenziana e atterra sull’immagine di un antico libro, ecco che si aprono mondi meravigliosi. C’è una fantasia magnificamente realistica e poetica nei nove minuti di filmato nato da un’idea di Marco Ferri, per la regia di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi, c’è l’essenza di questa mostra, e anche il perchè abbiamo conservato, catalogato, tutelato, studiato, valorizzato ed ora esposto tutto questo: per illuminare la storia ma anche per accendere la fantasia, sperando anche – e qui confesso il mio egoismo – che quel bambino che nelle ultime immagini vediamo giovane liceale, abbia potuto, qualsiasi siano stati i suoi studi scolastici, conoscere anche la storia dell’arte e attraverso questa sviluppare sensibilità e amore.
Certo, i documenti sono documenti, carte, sono prove dell’esitenza delle cose e delle persone e, come per le tremende immagini del Giorno della Memoria di questi giorni, dobbiamo dire ai bambini che “questo non è un film”, è la realtà che ci appartiene, “l’altra realtà”, quella da cui veniamo, e che questi documenti sono tutti importanti e significativi.
Al punto che fra questi 133 pezzi esposti è proprio difficile dire quale sia il più raro, misterioso o stupefacente o decisivo.
Sarà forse l’atto di nascita di Leonardo?
Immagino che il pubblico si precipiterà a guardarlo, come anche i tre documenti di Michelangelo, il disegno di Raffaello, la lezione scritta di Galileo sull’Inferno di Dante. E fra i disegni, guarderemo prima quelli dei Tarocchi attribuiti a Andrea Mantegna oppure quelli di Alessandro Allori e Giovanni Stradano?
E degli autografi di Girolamo Savonarola vorrei proprio capire – è il mio personale areoplanino che me lo chiede – se un grafologo dei nostri giorni troverebbe analogie con la grafie dei contemporanei agitatori professionali di cappi e accusatori televisivi; lo so, oggi scrivono sul pc e il confronto non lo potresti fare, ma ecco che l’areoplanino della fantasia mi fa immaginare…
E c’è ancora da vedere Poliziano, Cosimo I de’ Medici, Joachim Winckelmann, Ugo Foscolo, Giuseppe Pelli Bencivenni, Giovanni Fabbroni, Pietro Vieusseux, Eugenio Barsanti, Vasco Pratolini, Eduardo De Filippo e Dino Campana, del Premio Nobel Eugenio Montale (presente anche con due inediti acquerelli).
Chiaro che ad un bambino si dovrà dire che era proprio un mondo diverso quello della bozza del testo della legge di Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena che aboliva la pena di morte nel 1786 nel Granducato di Toscana, e allora ci chiederà come mai dopo oltre due secoli ci sono Stati che ancora ce l’hanno…
La mostra non è solo un’esibizione di rarità storiche dunque, ma di carte che pongono questiti anche attualissimi, e che potranno stupire un bambino quando vedrà che è esposto il primo album di Topolino, è del 1932, quindi più vecchio dei suoi nonni e che un tal Bonaventura risolveva i problemi a qualunque fortunato regalandogli un cifra irrisoria oggi, un milione di lire!
Tutto questo e molto altro è possibile ammirare in questa mostra dal titolo Una volta nella vita. Tesori dagli archivi e dalle biblioteche di Firenze visitabile fino al al 27 aprile 2014 nella Sala Bianca di Palazzo Pitti.
Obiettivo dell’esposizione di questi 133 pezzi tra documenti manoscritti, libri e disegni provenienti da 33 enti cittadini – è offrire a tutti l’opportunità “unica” di ammirare una selezione di gioielli cartacei conservati in alcuni dei principali “scrigni” culturali della città.
Tra questi non poteva mancare una selezione di inediti, sequenza di “mai visti” di carta che arrivano da vari archivi e biblioteche.
Il primo riguarda Michelangelo Buonarroti ed è una paginetta recante alcuni Schizzi di blocchi di marmo con sagoma per una crocifissione, in pratica le istruzioni per “cavare” dalla montagna alcuni blocchi lapidei tra cui uno a forma di croce pronto per essere scolpito. Mostrato a Vienna nel 1997, il documento, custodito nell’Archivio della Fondazione Casa Buonarroti, in Italia non è mai stato esposto in pubblico.
Qualche altra segnalazione? Tra i documenti e i libri, il primo vocabolario della Crusca del 1612, l’edizione de Le vite di Vasari del 1568, un copialettere di Bianca Cappello, ben sette esemplari della Divina Commedia (tra cui una con le illustrazioni di Alessandro Botticelli), l’atto di concessione del re Luigi XI di Francia a Piero de’Medici per inserire i gigli di Francia nello stemma della dinastia toscana… il Libro di Montaperti, il Testamento di Folco Portinari, il registro dell’Istituto degli Innocenti che riporta il nome della prima bimba abbandonata nella “pila” di pietra (Agata Smeralda), un papiro del IV-I secolo avanti Cristo.
Com’è facile intuire, in qualche caso si tratta di vere e proprie icone del patrimonio fiorentino – ma diciamo universale – e la scelta di esporle tutte insieme in una volta si lega alla volontà di recuperare il gusto ottocentesco di mostrare cimeli di grande valore, mentre per altri versi si è preferito dare spazio a “tesori” rappresentanti le sorgenti del sapere moderno e contemporaneo, così come a pezzi archivistici e librari d’innegabile curiosità.
Intanto ecco il Link per vedere il cortometraggio sulla mostra, ne vale la pena : http://www.youtube.com/watch?v=K2YL0r-AxX8 da un’idea di Marco Ferri, per la regia di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi
Giova ricordare che per la mostra c’è stata una colizione di competenze e cioè: accolta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica della Toscana, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il settore Biblioteche, Archivi, Istituti Culturali della Regione Toscana la mostra – nata da un progetto sostenuto dalla Fondazione Florens per i beni culturali e ambientali – è curata, così come il catalogo edito da Sillabe, dallo studioso e storico Marco Ferri.
Ecco la Scheda tecnica
Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze
28 gennaio – 27 aprile 2014
Enti promotori:
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Firenze
Galleria Palatina – Palazzo Pitti, Firenze
Titolo
Una volta nella vita
Tesori dagli archivi
e dalle biblioteche di Firenze
Sede espositiva
Galleria Palatina – Palazzo Pitti, Firenze
Periodo della mostra, 28 gennaio – 27 aprile 2014
ideazione e cura della mostra : Marco Ferri
comitato scientifico
Cristina Acidini; Maria Letizia Sebastiani; Alessandro Cecchi
Direzione della mostra Alessandro Cecchi, Direttore della Galleria Palatina di Palazzo Pitti
Segreteria organizzativa: Sabrina Brogelli, Monica Fiorini
Produzione e gestione della mostra
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group
Direzione amministrativa e del personale
Silvia Sicuranza
Ufficio Servizi aggiuntivi
Simona Pasquinucci, Veruska Filipperi, Angela Rossi
Progetto dell’allestimento e Direzione dei lavori
Mauro Linari
Realizzazione dell’allestimento
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group
Coordinamento Piero Castri
Comunicazione a cura di
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group
Coordinamento, comunicazione e relazioni esterne
Mariella Becherini Tel. 055. 290383 – [email protected]
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