Un Bacio. Anzi tre. Hayez a Milano.

In questo caldo autunno milanese arriva la più grande rassegna dedicata al maggior interprete del Romanticismo. In mostra, fra inediti e grandi prestiti, le tre versioni de “Il Bacio”, per la prima volta insieme.
di Lucrezia Alessia Ricciardi

Le suggestive sale delle Gallerie d’Italia, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, ospitano la più grande e completa retrospettiva dedicata a Francesco Hayez, – dopo quella del 1983, sempre a Milano – inaugurata con una lunga coda il 7 novembre. Code continuate per tutto il week end.
La mostra, che resterà aperta fino al 21 febbraio 2016, curata da Fernando Mazzocca con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli, è una successione cronologica di più di cento opere del grande esponente del Romanticismo, che parte dagli anni di formazione a Venezia e la fascinazione del Neoclassicismo, all’arrivo a Milano, nella sua Brera, alla consacrazione come esponente di punta del Romanticismo. Lo scandire del tempo, che mostra anche l’evoluzione dello stile, è anche negli autoritratti esposti che inaugurano le sezioni della mostra che diviene anche un momento di confronto con la scultura di quel tempo, specie con quella di Antonio Canova, prima suo maestro, poi protettore, e di Vincenzo Vela che diviene il maggior esponente della scultura nel Romanticismo. Hayez dimostra di essere un maestro capace di passare per quasi un secolo di mutamenti storici e artistici e di saperli perfettamente affrontare. A suo agio nella pittura storica, delicato e intimo nei ritratti (basta vedere quello del Manzoni o della Principessa di Belgiojoso) si destreggia fra la mitologia, la pittura sacra ed è capace anche di seguire la moda dell’orientalismo dove il nudo femminile mostra la vena da libertino dell’artista.

Poi opere mai esposte come le dieci lunette realizzate nel 1819 per decorare l’ufficio della Borsa di Venezia ammirate anche da Stendhal nella città lagunare nel 1828, le due versioni della Malinconia e le tre versioni del celebre Bacio, mai esposte finora insieme.
Attento ai costumi dell’epoca, questo quadro fu spesso additato come ardito, per la curvatura delle figure, per quelle pose così romantiche e quei due amanti così avvinghiati. Ed è anche il quadro che ha reso Hayez famoso ai più. Da Luchino Visconti che lo replicò quasi perfettamente in Senso, col bacio fra Franz Mahler e Livia Serpieri, a Federico Seneca, uno dei soci della Perugina che non solo inventa i cartigli, ma si ispira apertamente al Bacio quando crea la scatola blu, con i due amanti sotto la pioggia di stelle. Le tre versioni, quella del 1859, del 1861 e 1867 mostrano fra loro alcune differenze – il colore del vestito, la scala, il panneggio – fino a diventare messaggio politico nella versione del 1867, quella mandata all’Esposizione universale di Parigi, dove i colori degli abiti dei due amanti compongono volutamente i due tricolori, italiano e francese, con il panno bianco abbandonato sulle scale. Un abbraccio fra le due nazioni, la collaborazione fra i due stati per l’unificazione italiana.

La rassegna dedicata ad Hayez, definito da Mazzini “genio democratico” e celebrato dalla città con un monumento di Francesco Barzaghi davanti l’Accademia di Brera, che con Manzoni e Verdi è stato esponente di quei valori morali di cui Milano si sta facendo portavoce, rende questa mostra emblematica per “riscoprire definitivamente un genio italiano e nello stesso tempo concorre a sottolineare, nell’anno dell’Expo, il ruolo decisivo che  Milano ha avuto nella storia della nostra nazione” come ha sottolineato Giovanni Bazoli, Presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, e che è sempre di più proiettata verso l’Europa.

Info:
Hayez.
7 novembre 2015 – 21 febbraio 2016
Gallerie d’Italia, Piazza della Scala 6 – Milano
per info: numero verde 800.166619; www.gallerieditalia.com
biglietti: intero 10€, ridotto 8€, ridottissimo 5€
orari da martedì a domenica 9:30 – 19:30, giovedì 9:30 – 22:30


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