Roma, “Michelangelo Antonioni pittore”

La Galleria 28 Piazza di Pietra presenta fino al 29 febbraio 2016 la mostra “Michelangelo Antonioni Pittore”.

Una mostra curata con passione e sapienza dalla moglie del Maestro Enrica Antonioni e da Francesca Anfosso, direttore della galleria. In esposizione i quadri di Michelangelo Antonioni, premio Oscar alla carriera oltre che vincitore di tutti i principali premi della cinematografia internazionale. Si tratta della prima volta in cui le opere pittoriche di Antonioni vengono esposte in una Galleria d’arte. Solo alcuni di questi dipinti furono in mostra per un mese, nel 2006, proprio nel Tempio di Adriano a Piazza di Pietra. Il Maestro amava e frequentava questa piazza, dove tra l’altro aveva girato alcune scene del film L’Eclisse.
   
Una mostra piena di colori,  messi sulla tela  dal cuore solare del vecchio genio, coerente come sempre nel produrre intelligenza e bellezza; opere di una onestà intellettuale tale trasmettere fiducia, ed è tanta l’energia che emanano da  sembrare appena fatte dal cuore un bambino, quando è felice dopo scoperte importanti, che ti racconta con candore, un candore mai banale in nessun punto dell’opera, della ricerca. Sono voli della fantasia di un Maestro che volava alto, compiva voli obliqui e improvvisamente riposava sorpreso su un altro colore,  su una improbabile pianta magica,  in una libertà davvero tanto facile a riscaldare il cuore quanto difficilmente raggiungibile.
 
“Dipingere per lui era una gran gioia – spiega Enrica Antonioni – i momenti dedicati alla pittura sembravano liberi dal tormento che il cinema poteva dargli, insieme alla soddisfazione di saper fare il mestiere che amava di più, ma che lo metteva sempre alla prova. Nei suoi ultimi anni, dal 2001, ha deciso di dedicare alla pittura tutto il tempo che gli rimaneva. Era al suo tavolo di lavoro tutto il giorno e tutti i giorni, assorbito nel colore, nella forma, nel silenzio, nella quiete del suo respiro. L’eleganza dei suoi gesti era disarmante, come sempre”.
Sentire assorbire, traferire e scavare nell’ animo umano per scoprirne i sentimenti, “Io credo che alla fine – dice Enrica – sia arrivato a capire tutto. Avvolto nel suo morbito scialle color rosso fuoco, alla sua tarda età, il suo sguardo sapeva andare molto lontano e sapeva adagiarsi gentile sui colori delle sue ultime tele, finalmente libero, libero di giocare nella forma e nello spazio e nel colore puro o composto sapientemente, nella condizione che lo rendeva più felice quella astratta”
 
Redazione EosArte/mp


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