di Marcello Mottola -
Associare l’archeologia a luoghi taciuti dal tempo è opinione comune. Come lo è immaginare lo studio archeologico rivolto solo a mondi perduti, civiltà misteriose e ruderi nascosti, custodi di preziosi tesori, che solo un novello Indiana Jones può raggiungere. Eppure esiste anche “un’altra archeologia”, quella più vicina alla realtà, lontana dagli stereotipi che vive e interpreta il passato scomponendo il presente. Questa archeologia si nutre di luoghi a noi vicini, ma non per questo meno sorprendenti. Un’interpretazione di questa seconda corrente ce la restituisce il reportage fotografico dal titolo Archeologia del paesaggio a cura di PierFrancesco Rescio, primo assistente in Storia dell’Architettura medievale e poi docente di Topografia Antica e medievale, ma sopratutto esperto di archeologia del paesaggio e di scavi archeologici, che da anni si occupa di valorizzazione turistica del Sud. I reportage, pubblicati con cadenza periodica su Nuova Agenzia Radicale, ci proporranno di volta in volta spazi, territori, località celate alla nostra percezione, ma non per questo prive di fascino. Archeologia del paesaggio I° reportage ci riporta alla memoria luoghi come la Ginestra degli Schiavoni in quel lembo di terra tra Campania e Puglia, oppure le grotte di Banzi (Potenza) vicine alla fons Bandusiae, la sorgente d’acqua citata da Orazio nelle Odi, ancora la Masseria Don Rocco, una casa rurale sita nella contrada Pizzone-Lagnuolo ed in conclusione la splendida fortezza rupestre arabo-normanno-sveva di Pietrapertosa, posta nel cuore del Parco delle dolomiti lucane.