La GOLD LINE di FUNGO ovvero il misticismo del rifiuto come ricchezza

Redazione EosArte · March 26, 2012

 di (P.M.P.) - Gold Line è la personale dell’artista di fama internazionale Fungo proposta dalla Galleria Pavesi Fine Arts dal 29 marzo al 12 aprile. Si tratta di una serie di tele e installazioni che hanno come trait d’union il tema dell’oro. Oggi anche i rifiuti hanno un reale valore economico, e allora dobbiamo imparare non solo a conviverci ma anche quotarli. Visto che tutto prima o poi diventa rifiuto, ecco che Fungo li sterilizza, li ricopre d’oro e li ripropone come icone ieratiche di un nuovo misticismo.    Miraggio, utopia, ipotesi o predizione? E’questo il nuovo oro come i beni culturali dovevano essere il nuovo petrolio? Ebbene per l’arte questo può essere intanto un materiale, una fonte di analisi non retorica della mitologia globale, magari una radiografia. Il mito della pietra filosofale, il cui potere di trasmutazione dei metalli vili in quello più raro e prezioso solletica l’immaginario collettivo, costituisce l’epicentro eruttivo della nuova fonte creativa di Fungo e le sue opere rispondono a questo miraggio con aggressività e forte impatto emotivo. Fungo opera la trasformazione del reale come Christo usava la plastica e le corde: constata un mito e ci lavora sopra e come uno sciamano che coglie il momento e rivela la sua verità, e propone tele e installazioni dove l’oro è il protagonista assoluto. Surrogando concetti ormai radicati ovunque, come la brama di ricchezza e di potere e altri plasmati sulla normalità dei più - desiderio di agiatezza e sicurezza economica - distilla simboli consueti e accessibili, propone immagini emblematiche e sofisticate. Una volta sacralizzato il rifiuto diventa oggetto/reliquia  e la doratura ne propone una nuova vita: queste non sono scarpe dorate in una scatola di plexiglas ma un ostensorio dei nostri tempi, perchè è vero che l’oro seduce, ammalia e corrompe ma è stato, ed è tuttora, il propellente dell’avidità che, come dice Gordon Gekko, è stato ed è il vero motore che ha generato lo slancio in avanti di tutta l’umanità. Acre, acida ma scorticante verità, esposta senza entrare nel merito dell’etica o del livello sostenibile,che Fungo si limita a sbatterci in faccia, ossia lavorando sulla parte esteticamente accettabile del problema, e che sia qualcun altro a trarre la morale, se proprio ci deve essere. Intanto manufatti diversi , grazie al tocco dell’artista, assumono una nuova identità e nobiltà: una scarpa vecchia e consunta si rigenera in una pepita d’oro, lo stesso accade a una serie di bombolette usate di vernici spray e di lettere (richiamo al suo passato di street artist). Fungo è realista e concreto, pragmatico a suo modo. L’ultimo ostensorio, il più raffinato, propone alcune teste pressate le une contro le altre, un’evidenza politicamente scorretta che qualsiasi bastardo sulla terra ha un prezzo in oro. Puttane, gay, ragazze perbene, benpensanti, rivoluzionari, preti e politici siamo tutti comparse e ciascuno ha il suo cachet. Anche Wahrol fece questo percorso all’epoca dei posters sui trasessuali neri, emblema dei tempi registrati senza retorica. L’immagine del rifiuto che si trasforma in oro riproposta enne volte genera un ideale di volume di ricchezza gratuita e alla portata di tutti, una sorta di miracolo della moltiplicazione, non per l’intervento della fede ma grazie alla fantasia, alla creatività e all’imprenditoria virtuosa del vizio legalizzato. Vizio antico, perchè è ancora vero che “il riciclo è più veloce del biciclo e del triciclo”, e se ne fa un mito che ci vuole anche l’arte per farne una icona e poi andare oltre. GOLD LINE Tele e installazioni di Fungo, 29 marzo - 12 aprile da Pavesi Fine Arts, Via Guido d’Arezzo 17, Milano orari galleria: da martedì a sabato 10.00 -13.00 / 15.00 - 19.00 (chiusura domenicale) tel +39 0287398953 - www.pavesicontemporart.com

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