Avresti mai pensato che un antiquario, un bibliofilo, un personaggio schivo, uno che nulla ha mai fatto per rendersi popolare, un ruvido individualista, insomma uno come Massimo Perlini potesse avere tanti amici ed estimatori? Più folta del prevedibile è stata la partecipazione alla piccola cerimonia che si è svolta venerdi mattina ad Arezzo per ricordare MASSIMO PERLINI E LA SUA SEDIA, inventata con semplicità e intelligenza da Luca Raspini e Willy Giusti. Tutti in strada, sul gradino d’entrata della bottega di Luca, nello scenario dei negozi degli antiquari di Via Cavour, di fronte ad una seggiola vuota - la sua seggiola - con tanto di taglio del nastro tricolore seguito dalla narrazione di simpatici aneddoti su Massimo testimoniati da Ottaviano Caporali, Pierluigi Massimo Puglisi, Fausto Casi e Giuseppe Ceccatelli. Poche parole tutte di grande stima e rispetto per “ uno davvero bravo, colto, serio, appassionato come pochi, affidabile, approfondito, insomma un gran professionista del libro antico e dell’antiquariato”, in una atmosfera di amicale goliardia, priva di ogni retorica commemorativa e anche per questo molto seria e sincera. Hanno partecipato tanti amici, colleghi,estimatori, collezionisti, commercianti,: insomma quel popolo che ruota intorno alla cultura dell’antiquariato e dei libri antichi. Ne è seguita una libagione aperta a tutti, con tanti brindisi. Qualcuno ha immaginato che Massimo stesse arrivando, con la sua bicicletta e la sporta gialla piena di libri. (P.M.P.)