di Valeria S. Lombardo
Spesso nella vita ci si domanda perchè dobbiamo così atrocemente soffrire, perchè dobbiamo andare avanti nonostante la morte nel cuore. Ecco forse una risposta: per tramandare agli altri, alle nuove generazioni fatti magari appartenuti ai nostri nonni, conoscenti, o solo a persone del nostro bel Paese.
E’ sopprattutto bello, commovente sapere che trovi spazio a Roma presso l’Altare della Patria per commemorare E MAI DIMENTICARE, fatti ignobili di sangue e discriminazioni etniche. Difatti dal 31 gennaio fino al 22 febbraio presso il Complesso del Vittoriano Sacrario delle Bandiere Ingresso Aracoeli si terrà una mostra collettiva dal titolo:”FOIBE: DALLA TRAGEDIA ALL’ESODO” patrocinata dal Ministero della Difesa, Associazione Dalmata, Fondazione Roma Museo, Provincia di Roma ed Assesorato Politiche Culturali. Splendida, impareggiabile, umana e commovente è l’abilità che hanno saputo costruire attraverso le loro opere Rocco Cerchiara ed Andrea Cardia. Rocco Cerchiara ha costituito una protoscultura su un panello dipinto, facendo percepire l’umanità che si schiude nella sofferenza, mentre Andrea Cardia ha costituito un lavoro -istallazione cercando quasi di richiamare sia l’impianto di “GUERNICA” di Picasso sia riuscendo a ben enunciare uno stato di memoria in quel ammasso di volti,occhiali, facce tutte ammassate, riunite eppure ognuna con una propria vita,percorso, famiglia in un dolore profondo,ma dignitoso, corale. Splendida è quel saper costruire qualcosa che va oltre alla semplice opera o scultura. Nelle due opere di questi due artisti si respira l’intensità raccolta di un’intera generazione che è stata ingiustamente disintegrata e sbattutta nella terra carsica delle foibe. Rocco Cerchiara ed Andrea Cardia riescono con finezza a mostrarci questo orrore, queste morti assurde,ma non inutili o vane, anzi quel loro scomparire cosÏ da un giorno all’altro amplifica il desiderio di sentirceli ancora più vicini nel nostro oggi quotidiano. Splendido è la capacità di questi due artisti di puntare sul dato umano, su dato emozionale facendoci sentire ancora più meschini per quello che si è svolto in un tempo ormai passato, ma mai del tutto dimenticato