Arte, la sfida del Pincio

 La Repubblica, di Carlo Alberto Bucci e Laura Serloni –
Ignorato il divieto della Soprintendenza: sculture esposte alla Casina Valadier.
Le opere della Rassegna internazionale di scultura di Roma rimangono al Pincio. Gli organizzatori della mostra hanno deciso di sfidare il divieto della Soprintendenza, che ieri ha negato il via libera per la Casina Valadier, autorizzando però l’esposizione a Villa Torlonia. Il ministero dei Beni culturali, attraverso il direttore regionale Federica Galloni, annuncia: «Abbiamo già inviato al Comune e, per conoscenza, alla procura di Roma. Quell’edificio storico è un bene vincolato di proprietà del Comune e per qualsiasi manifestazione serve l’ok della Soprintendenza».
Nonostante tutto, le sculture restano al Pincio. E gli organizzatori Lamberto Petrecca e Gloria Porcella insistono: «Non toglieremo le opere dalla CasinaValadier. Non saranno esposte nella parte pubblica del Pincio ma nell’area data in concessione ad un privato che può ospitare eventi come la nostra mostra». In barba ai moniti del ministero dei Beni culturali, ieri in pompa magna è stata presentata la manifestazione che per circa due mesi porterà 33 sculture di altrettanti artisti a villa Torlonia e al Pincio, le due location previste per la prima rassegna internazionale di scultura di Roma. L’esposizione nel gioiello di Villa Borghese però non s’ha proprio da fare.
Lo ha decretato il tavolo congiunto tra Mibac e Comune che lunedì mattina ha intimato l’alt all’esposizione alla Casina Valadier e dato parere favorevole a quella nella storicavilla sulla Nomentana con numerose prescrizioni da rispettare. Il divieto non è stato considerato. E si è tentato più di una volta di violare le procedure. Già venerdì pomeriggio avilla Torlonia sono arrivati i camion con decine di sculture pronte da montare. Opere di artisti che, per la maggior parte, espongono nella galleria Ca’ D’Oro gestita dal duo Petrecca-Porcella, quest’ultima già consigliere di Forza Italia al municipio I. I tir sono stati però bloccati e cacciati via perché l’ok della Soprintendenza non era ancora arrivato, poiché il tavolo si sarebbe riunito soltanto lunedì. E proprio mentre la riunione era in corso è stato tentato un altro blitz, stavolta al Pincio. In fretta e furia si sono assemblate le statue, tutto doveva essere pronto per il via ufficiale.
Tanto che nella corsa contro il tempo, ieri, a Villa Torlonia, un’opera alta nove metri è stata danneggiata. Gli organizzatori, forti del fatto che la Casina Valadier è data in gestione ad un privato, hanno pensato di poter esporre senza alcuna autorizzazione. A nulla sono serviti gli avvertimenti della Soprintendenza, che più volte ha tentano invano di spiegare che si deve chiedere l’ok anche per mettere un ombrellone, figuriamoci una decina di opere. Niente. Scoppia la polemica. L’assessore alla Cultura, Dino Gasperini, glissa e non va alla presentazione.
Interviene invece Umberto Broccoli, sovrintendente ai Beni culturali del comune di Roma: «Se vogliono lasciare lì le sculture, se ne assumono tutte le responsabilità». È rottura con la soprintendenza Ma i due galleristi non sono però nuovi a certe forzature: all’Eur, il Risveglio di Seward Johnson è stato tolto soltanto un mese fa, nonostante i numerosi ordini di rimozione proprio da parte del direttore Galloni. Ecco ora un altro braccio di ferro.


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