Restauri e scoperte, aspettando Pontormo e Rosso a Palazzo Strozzi

 La Sacra Conversazione con la Vergine, il Bambino, san Giuseppe, san Giovanni Evangelista, san Francesco e san Jacopo (Pala Pucci) del Pontormo è stata rimossa dalla chiesa di San Michele Visdomini per essere restaurata in vista della mostra dedicata al Pontormo e Rosso Fiorentino, che si terrà a Palazzo Strozzi dall’8 marzo al 20 luglio 2014.�
Durante le operazioni di spostamento è stato possibile osservare il verso della tavola, dove è emersa una interessante novità: a destra è tracciata a carboncino una figura maschile vestita di una lunga veste allacciata in vita.
La figura è raffigurata dal vero mentre, quasi di schiena, si curva su un tavolo da lavoro. La mano del Pontormo è perfettamente riconoscibile per il tratto veloce e sicuro che definisce i volumi della figura in modo del tutto coincidente con i disegni preparatori del dipinto, eseguito nel 1518. Si tratta quindi di un disegno dal vero che ritrae un garzone al lavoro probabilmente nello studio dell’artista, ed è testimonianza della libertà e della grandezza di Jacopo da Pontormo come disegnatore, costituendo un’aggiunta al corpus dei suoi disegni e un’interessante scoperta che verrà illustrata nel catalogo della mostra.
  
LA MOSTRA: Pontormo e Rosso. Le divergenti vie della ‘maniera’ (Firenze, Palazzo Strozzi 8 marzo-20 luglio 2014), a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali
Nel 1956 Palazzo Strozzi ospitò la Mostra del Pontormo e del primo manierismo fiorentino, e si trattava della prima importante rassegna dedicata al protagonista di un movimento che aveva da poco avuto una piena rivalutazione critica. Accanto al Pontormo vennero esposte opere del Rosso Fiorentino, di Beccafumi, e di altri artisti della nuova, anticonformistica pittura. Vi si offriva il panorama di un’intera generazione di giovani artisti che avevano scelto la via dello sperimentalismo e di un’eccentrica forzatura delle forme. Del Rosso Fiorentino, invece, non è mai stata tentata nessuna mostra monografica, probabilmente a causa delle poche opere che di lui ci rimangono.
Quasi sessant’anni dopo l’esposizione del 1956 molte definizioni critiche messe in scena in quella mostra sono decisamente mutate. Gli studi hanno via via evidenziato le ragioni di singole scelte individuali che non possono più venir racchiuse in un unico movimento.
Palazzo Strozzi propone dunque una mostra dedicata ai due soli grandi protagonisti di quel movimento: Pontormo e Rosso Fiorentino. Entrambi nacquero nel 1494, al chiudersi di un secolo che per Firenze e l’Italia aveva visto rompersi un equilibrio politico che aveva garantito prosperità e sicurezza, e aprirsi una travagliata età di scontri religiosi e politici che portarono a un mutamento definitivo degli equilibri fra gli Stati ma anche a infrangersi di armonia ed equilibrio delle arti che avevano caratterizzato il passaggio dal Quattrocento al Cinquecento. Tale progetto vede Firenze come sede quasi obbligata, giacché molte delle principali opere dei due artisti sono conservate in città, ma un percorso esaustivo potrà essere offerto solo se vi sarà la collaborazione di differenti istituzioni museali, italiane e straniere, senza le quali sarà impossibile offrire un panorama completo del lavoro dei due artisti.
Attraverso le opere dei due massimi protagonisti fiorentini della pittura che la critica novecentesca ha definito “manierista”, la mostra intende seguire lo svolgimento cronologico di quel movimento che Giorgio Vasari colloca agli inizi della “maniera moderna” e che prende l’avvio, sia per il Pontormo che per il Rosso Fiorentino, in rapporto con Andrea del Sarto. Il loro percorso si conclude quando la fisionomia dell’Europa intera sarà mutata nello scontro fra Riforma e Controriforma, quando il Rosso Fiorentino, prima della sua morte prematura nel 1540, progetta ed esegue opere per la corte di Francesco I di Francia, pochi anni prima che Pontormo dipinga gli affreschi più controversi del Cinquecento fiorentino: la decorazione del coro di San Lorenzo per volere di Cosimo I de’ Medici, iniziati nel 1546.
La mostra aspira dunque a compiere un ulteriore passo avanti nell’ interpretazione del cosiddetto Manierismo; termine cui si preferisce sostituire la definizione vasariana di “maniera moderna”. Verranno quindi proposte le nuove ricerche filologiche, storiche ed iconologiche condotte sull’opera dei due artisti dal 1956 ad oggi, con la volontà di offrire una nuova consapevolezza delle ragioni espressive che guidarono due protagonisti della pittura italiana del Cinquecento.
Come nel caso della mostra del Bronzino si è preferito puntare su un percorso ampio e articolato dei capolavori dei due sommi artisti, privilegiando lo splendore formale e l’altissima poesia del Pontormo e del Rosso, tale da renderla leggibile e chiara non solo agli specialisti ma anche al grande pubblico attraverso sezioni tematiche disposte in ordine cronologico.


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